Una modalità efficace di COLLOQUIO CON LE FAMIGLIE

Quale potrebbe essere una modalità efficace di colloquio con le famiglie?

Quali accorgimenti ci permetterebbero di sfruttare a vantaggio dello Studente il "potere" dei principi di impegno e coerenza, reciprocità, riprova sociale e simpatia (vedi Cialdini), nonché mettere in pratica l'insegnamento del costruire le tegole che ci ripareranno dalla pioggia quando c'è il sole (e non quando già sta piovendo)?

Una risposta molto interessante mi è arrivata durante un corso di aggiornamento sul metodo MetaDidattica che sto tenendo in questo periodo in una Scuola Secondaria di Secondo Grado.

 

Un Docente di questo istituto mi ha fatto scoprire una strategia di colloquio con le famiglie non ordinaria, semplice e, per questo, molto interessante.

 

Riassumo qui sotto le caratteristiche salienti della sua sperimentazione, che è stata avviata da circa tre settimane e che sta dimostrando una buona efficacia (nonostante le condizioni di partenza della classe difficili):

 

- Le prime famiglie convocate saranno quelle dei Ragazzi che risultano ad un livello (didattico-disciplinaro) già soddisfacente, non quelle degli Studenti che stanno incontrando difficoltà a scuola.

In questo modo stiamo lavorando sul principio di riprova sociale, creando un "precedente positivo" (stiamo parlando di colloqui preventivi e strategici, non reattivo-riparativi). Inoltre anche noi Docenti saremo predisposti meglio nei confronti dei nostri interlocutori a colloquio.

- I Genitori (o il Genitore) verranno accompagnati dal figlio. Visto il punto precedente, questa non sarà una "punizione" (quando il "danno" è fatto) né tanto meno una "minaccia" (preventiva, ma orientata ad evitare un "possibile danno"), ma un'occasione di confronto, una possibilità di accordo (orientata quindi a qualcosa di funzionale e desiderato). Con questo passaggio stiamo dando ascolto all'insegnamento tradizionale cinese del costruire le tegole quando c'è il sole.

- È molto importante chiedere conferma al Ragazzo rispetto alle nostre osservazioni: per noi è fondamentale evitare che ciò che diciamo non sia condiviso (anche non espressamente) dal ragazzo. Ottenere invece un "accordo" con lo Studente, ci permetterà di attivare in lui il principio di impegno e coerenza.
Nel caso in cui fosse già d'accordo, bene! In caso contrario è bene invitarlo (dolcemente!) a dirci la sua, co-costruendola insieme. In questa seconda fase di ridefinizione "usiamo la telecamera"!

- Per chiudere il nostro colloquio nel migliore dei modi è fondamentale stabilire degli "obiettivi ben definiti" e condivisi: dall'incontro verremo fuori con un nostro obiettivo e la relativa assunzione di impegno (come Insegnanti - vogliamo guidare con l'esempio!), il Genitore e lo Studente avranno i propri (sempre ben definiti).

- Lasciamoci con un appuntamento: questo arriverà al termine previsto per l'obiettivo (o comunque non oltre un mese dal colloquio appena avvenuto).

 

Dal mio punto di vista questa è una strategia molto interessante, da sperimentare e calibrare strada facendo, adattandola alla propria realtà d'aula.

 

Molto ben accetti commenti/suggerimenti/spunti... Grazie per il contributo!

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Commenti: 3
  • #1

    Silvia Serra (domenica, 16 febbraio 2014 07:52)

    Ho sempre pensato che il coinvolgimento degli alunni e lo stabilire con loro mete e obiettivi definiti sia molto importante per l'assunzione di responsabilità da parte degli studenti e delle famiglie. Dare indicazioni generiche alla famiglia sul rendimento scolastico senza lavorare insieme all'alunno sulle strategie da mettere in atto per affrontare le difficoltà serve a poco. Tutto ciò sarebbe ancora più utile, a mio avviso, se unito alla didattica metacognitiva in classe, che aiuta a riflettere i ragazzi sui processi dell'apprendimento e sulle strategie per valorizzare le loro potenzialità. Grazie del suggerimento!

  • #2

    Rosa (domenica, 16 febbraio 2014 11:51)

    A volte anche nei colloqui nella scuola Primaria ho chiesto la presenza del bambino.....magari dopo un primo momento di conversazione senza di lui e invitandolo solo dopo. Penso che se si vuol parlare SUL SERIO di metacognizione...di responsabilizzazione.... di valutazione-autovalutazione ecc...ecc...., non si possa prescindere da questi "passaggi". Condivido molto l'idea di colloqui di "prevenzione"... risolvono molti problemi anche qualora non fossero sufficienti a "prevenire" per davvero. Grazie, seguo sempre.

  • #3

    mg (martedì, 18 febbraio 2014 19:52)

    Grazie dell' dell'esperienza condivisa.
    Nella suola Primaria risulta un po' più complicata questa modalità di " convocazione scaglionata" delle famiglie. Qui, tuttavia credo che sia più semplice raccogliere l'adesione e la condivisione dell'alunno che comunque, va tenuta viva ogni giorno e più volte al giorno. Questo, però veicola anche, spesso, l'approvazione della famiglia.
    Grazie a tutti e buon lavoro.