Nata e cresciuta a Rovigo, immersa nelle grandi pianure del Nordest, ho assorbito dalla mia terra i grandi orizzonti e i grandi sogni, decidendo presto, verso i dodici anni, che avrei voluto insegnare. Ma non in un modo qualsiasi: infatti a chi mi chiedeva cosa volessi fare da grande rispondevo: "Cambiare in meglio il mondo, una persona alla volta".

 

Dopo qualche anno, un diploma scientifico, una laurea in matematica, una specializzazione all'insegnamento e ... tre figli, non ho ancora cambiato idea! Da più di dieci anni lavoro nelle scuole superiori della provincia, anche se non nascondo la mia preferenza per gli istituti professionali, ed ogni giorno cerco di mostrare ai miei ragazzi la bellezza  della matematica, della logica, della geometria, del mondo e di loro stessi.

 

Ho incontrato MetaDidattica casualmente navigando in rete nel 2015, e non me ne sono più allontanata: ho subito capito che rappresentava per me una strada per crescere personalmente e professionalmente.

 "Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti."

- Pablo Neruda

Gli ultimi contributi di Sara

Il raccolto ai tempi del colera - Libera riflessione della prof.ssa Sara

Mi sono ritrovata in questi giorni a vivere una situazione un po' particolare. Oltre ai tre giorni di vacanza dalle lezioni previsti dal calendario scolastico della mia regione, il Veneto, per via dell'emergenza che ha colpito l'Italia, ed in particolare il Nord Italia, abbiamo avuto questa settimana altri tre giorni di vacanza.

 

Un po' spinta dal desiderio di non far perdere ai miei studenti l'allenamento rispetto alle competenze su cui si stanno esercitando in questo periodo, e un po' spinta anche dal desiderio di far sentire loro anche un'aria di normalità, mi sono interrogata su come fare a mantenere con loro un legame, anche se a distanza.

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Non dire "Studia di più!"

"Cosa deve fare mio figlio per avere la sufficienza?"

"Semplice, signora, deve studiare di più!"

Questo dialogo, quante volte l'ho sentito fare, raccontare, riportare... Adesso vorrei davvero che qualcuno mi spiegasse cosa significa "studiare di più". Perché, mi spiace, ma l'attività di "studiare", non possiede una unità di misura, quindi dire che bisogna studiare di più, tecnicamente, non ha alcun senso.

So bene che ci sono studenti che studiano superficialmente, per pochissimo tempo, senza metodo, o distrattamente, e posso dire di averne incontrati un gran numero: proprio per questo mi sono posta diverse volte la questione in merito al miglioramento del loro apprendimento. Ho scritto guide...

 

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Oggi non ho nessuna intenzione di spiegare! (prof.ssa Sara)

Non avrei mai pensato di dirlo ma.. oggi ho insegnato "contro la mia volontà". Lavoro in un istituto professionale, insegno matematica, e spesso ci troviamo a "tagliare" parti di programma, più che ad aggiungerle, ma stamattina è successa una cosa strana.

Insegnando a risolvere i sistemi lineari, qualche settimana fa ho detto di sfuggita che i metodi risolutivi sono quattro, ma che noi ne vedremo solo due (in nome dei tagli), anche se "ce n'è uno che sarebbe facile, ma... meglio di no". E sono andata avanti. Quel commento, buttato lì per caso, ha sedimentato.

Oggi mi hanno chiesto di mostrare quel "famoso metodo facile". Naturalmente ho negato, in nome del Programma, del poco tempo, ma loro hanno insistito, davvero un bel po'. Allora ho concesso: "Gli ultimi dieci minuti ve lo mostro. Ma non ve lo spiego! Sia chiaro!"

 

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