La Logopedista risponde - I protocolli di accoglienza per i DSA

Un insegnante mi ha scritto chiedendo qualche consiglio su come istituire nella propria scuola un Protocollo di Accoglienza per i Disturbi Specifici di Apprendimento. Condivido con voi la mia personalissima risposta.

 

 

Cara Paola,

 

avere un Protocollo di Accoglienza per i DSA nella propria scuola è molto importante perché da una parte tutela il ragazzo/bambino e la sua famiglia (facendoli sentire accolti all’interno di un iter professionale) e dall’altra facilita la comunicazione tra i docenti.

 

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Chiaramente stilare un Protocollo di Accoglienza è compito delle figure competenti all’interno della Scuola, quindi mi limiterò a raccontarvi quello che in genere succede quando ai miei pazienti arriva la Diagnosi e l’iter scolastico che si innesca.

 

Una volta che la famiglia riceve la Diagnosi, che in genere è quella della ASL (ma questo cambia da regione a regione), viene invitata a farla protocollare negli uffici scolastici, che consegneranno loro un numero di protocollo. Allo stesso modo la Diagnosi dovrà essere allegata alla domanda di iscrizione in una nuova scuola.

 

documenti acquisiti dovrebbero essere visionati dal Referente scolastico dei DSA. Questa figura, per essere una reale risorsa all’interno della Scuola, deve essere in grado di consultare la diagnosi, avendo la competenza per capire se la documentazione acquisita è sufficiente per inquadrare meglio la situazione. Chiaramente se nella Diagnosi acquisita si trovano solo i codici del Disturbo di Apprendimento ma niente che descriva il reale funzionamento del ragazzo, sarà necessario chiamare l’Équipe che ha stilato il documento e richiedere una Diagnosi Descrittiva.

 

Successivamente il Dirigente scolastico e il referente dei DSA accolgono la famiglia in questione e visionano insieme tutte le carte ottenute. L’obiettivo di questo incontro è acquisire dei dati che nella diagnosi potrebbero non comparire (come per esempio la storia scolastica del ragazzo), conoscere la famiglia per valutare il grado di collaborazione e di accettazione della Diagnosi. È altrettanto importante informare la famiglia delle normative a tutela dei DSA e tutti gli strumenti che la Scuola può offrire (per esempio se esiste uno sportello di ascolto/supporto sarebbe bene comunicarlo in questa sede).

 

Una volta che il referente dei DSA ha un quadro più completo della situazione avviene la comunicazione al Consiglio di Classe. Questo è un momento molto delicato quindi sarà necessaria la presenza di tutti gli insegnanti.

 

Tutti i docenti che ruotano intorno al bambino/ragazzo infatti devono essere messi al corrente della situazione. A mio avviso si dovrebbe trovare il modo di far arrivare la comunicazione anche in caso di supplenze, avendo bene a mente che i DSA non si riconoscono con un colpo d’occhio (come una sindrome per esempio) e non si smette mai di essere DSA. Poniamo il caso che un supplente arrivi in una classe e faccia leggere ad alta voce un bambino, ignorando che proprio quel bambino è dispensato dalla lettura ad alta voce. Questo potrà creare imbarazzo e frustrazione nel bambino.

 

Si arriva quindi alla stesura di un PDP che dovrebbe essere stilato solo dopo un accurata osservazione del bambino/ragazzo alla luce dei dati emersi dalla Diagnosi. Per la compilazione richiedete pure il supporto del terapista che segue il bambino perché la collaborazione in questo caso è preziosissima per entrambi.

 

Una volta redatto, il PDP deve essere consegnato alla famiglia che deve visionare e accettare per mezzo di una firma. Chiaramente nei casi di minore, la firma deve essere di entrambi i genitori. Il PDP deve inoltre essere firmato da tutto il Consiglio di Classe.

 

Chiaramente avere un protocollo non significa automaticamente che le premesse iniziali siano garantite, ma è sicuramente un buon punto di partenza.

 

Buon lavoro!

Viviana

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Commenti: 4
  • #1

    Margherita (domenica, 05 febbraio 2017 14:27)

    Ciao Viviana, grazie per l'articolo interessantissimo, lo trovo utile perché riassume in modo molto sistematico le lungaggini che accompagnano sottesi l'iter di accoglienza dei Data e soprattutto, fai chiarezza sui precisi ruoli che ogni persona deve avere. Capita spesso, che proprio questo non vengano rispettati causando frustrazione e dispersione di risorse.
    Margherita

  • #2

    Maria Rita Cucurachi (domenica, 05 febbraio 2017 16:59)

    Grazie, dott.ssa , nel ringraziarla delle chiarificazioni, le chiederei se , gentilmente, potesse fornire delle indicazioni di massima per un questionario -intervista da proporre alla famiglia dell'alunno per recepire informazioni ,il più possibile, utili ad un eventuale cdc. grazie

  • #3

    Viviana (martedì, 07 febbraio 2017 07:18)

    Grazie intanto per i feedback positivi...
    Maria Rita raccolgo un attimo le idee e le scrivo.
    Un saluto
    Viviana

  • #4

    viviana (mercoledì, 08 febbraio 2017 10:30)

    Cara Maria Rita, lei mi parla di un Dsa certificato? perchè se così fosse tutte le indicazioni utili vengono riportate nella Diagnosi.
    Le risulta questo? Le Diagnosi che le arrivano sono esaustive?