Non fare finta di niente!

Molto spesso durante i miei corsi di formazione mi viene posta questa domanda: come faccio a non reagire alle provocazioni che mi vengono lanciate? Come posso riuscire a continuare a lavorare come se nulla fosse? Come si fa a farsi scivolare addosso gli episodi meno piacevoli?

 

Porsi domande del genere vuol dire vivere un grave autoinganno!

 

Clicca qui per scoprire quale...

Uno degli aspetti più importanti da curare dal punto di vista professionale (e personale) ha a che fare con i nostri livelli di leadership naturale.

 

Come abbiamo visto più volte, questa dote consiste nell'acquisire uno stile di guida che faccia sentire gli altri tranquilli nell'affidarsi a noi: i nostri Studenti in classe, i Genitori dei nostri Alunni, i Colleghi impegnati insieme a noi a portare avanti programmi didattici e progetti.

 

Uno dei momenti in cui la nostra leadership naturale viene messa alla prova in modo consistente è quando riceviamo provocazioni. Possiamo immaginare quel momento come un vero e proprio "urto" relazionale: se i nostri livelli di resilienza emotiva sono alti, allora usciremo da quel "test" relazionale vincenti (senza però aver combattuto!).

 

Partiamo dal concetto di reazione: abbiamo visto più volte che ciascuno di noi, se sottoposto ad alti livelli di stress, può reagire in uno dei tre modi di seguito descritti:

  • Freezing: mi ritrovo di fronte alla situazione, ma rimango bloccato, senza sapere come fare ad andare avanti.
  • Flying: evito ciò che mi spaventa/preoccupa, rimando, "fuggo".
  • Fighting: "aggredisco" la fonte del mio stress, molto spesso verbalmente (con frecciatine, domande provocatorie, commenti pungenti o alzando i toni).

Queste tre reazioni (del tutto naturali) le abbiamo già messe in relazione alla nostra resilienza emotiva, specificando che il nostro "tornare alla forma originaria" consiste nell'agire (piuttosto che reagire). In sostanza se mi parte (involontariamente) una o più reazioni, questo può essere un indice di scarsa resilienza emotiva.

 

E rispetto alle provocazioni?

 

Reagire di fronte ad una provocazione potrebbe voler dire:

  • non sapere cosa dire (freezing);
  • far finta di niente (flying);
  • ribattere immediatamente la provocazione (fighting).

 

Provocazione -> Scarsa resilienza -> Reazione -> Bassa leadership

 

Per questo motivo non c'è nulla di più sbagliato (nonché frustrante) di cercare di far finta di nulla (flying), quando ci viene rivolta una provocazione. Questo però non vuol dire intervenire a gamba tesa per rimettere in riga il provocatore (fighting). Ognuna di questa reazioni ci farebbe perdere leadership e carisma nei confronti dei nostri interlocutori.

 

Cosa fare allora?

 

Oltre all'applicazione di strategie specifiche che vanno studiate e testate (lo facciamo durante i corsi di formazione MetaDidattica) solitamente suggerisco una tecnica "strana", ma molto efficace: facciamoci allenare!

Con questo intendo cercare la collaborazione di amici, colleghi e parenti, che possano divenire i nostri allenatori personali alle provocazioni: se ad esempio non sopporto (e quindi reagisco) che mi venga detto che ho scelto di fare l'Insegnante per avere tre mesi di ferie l'anno, potrei chiedere ai miei "allenatori personali" di aiutarmi in tal senso, stuzzicandomi di tanto in tanto proprio su questo aspetto.

Dal momento in cui la provocazione mi giungerà sotto mia richiesta, nonché da persone "alleate", riuscirò a sopportare meglio questo genere di provocazione e quindi a sviluppare resilienza... provare per credere!

Ti può interessare anche...

Scrivi commento

Commenti: 0