La motivazione è tutto... ne siamo sicuri? - (un articolo scritto dal pedagogista Alessandro D'Ortenzi)

Quanto volte abbiamo sentito dire: “Non ci sei riuscito perché non ci hai creduto abbastanza”, oppure “Devi credere in te stesso, pensa in positivo!”

Vi risuonano familiari questi frasi? A me sì. Specie quando chi mi stimolava in tal senso erano amici, familiari, insegnanti o figure che godevano della mia fiducia e stima. Quando ricevevo queste risposte, durante l'adolescenza, il risultato era un senso di frustrazione che mi faceva percepire non all'altezza dei miei obiettivi.

Ma siamo sicuri che per poter raggiungere traguardi, o risolvere le nostre problematiche dobbiamo perpetuare unicamente queste teorie?

Sicuramente motivarsi, o promuovere un dialogo con se stessi sotto una lenta positiva, ha i suoi vantaggi, ma non esiste in qualche modo una panacea universale, una formula magica, valida per tutti, per sviluppare il nostro pieno potenziale come individui. Questo perché, come esseri umani, non viviamo unicamente di logiche causa effetto. Mi spiego meglio.

 

 

 

Tutti noi, per esempio, sappiamo che lo sport fa bene alla salute, ma quante persone, pur credendo fermamente in se stesse, non hanno la costanza negli allenamenti? Oppure vi è mai capitato di preparare un esame, studiando e convincendovi che sarebbe andato bene, per poi essere bocciati dal professore.

A me personalmente è capitato durante la preparazione di un concorso nel mondo dell'insegnamento scolastico. Ero molto positivo e convinto delle mie capacità, impegnandomi tutto il giorno nello studio. Alla fine non sono riuscito a passare, facendo esperienza che la motivazione ed il pensiero positivo, non sono in qualche modo la soluzione universale ad ogni performance.

 

Ora vi sento dire: “Allora qual è il sentiero corretto per raggiungere la vetta?

 

Non esiste il percorso giusto, al massimo quello consigliato. Rimanere aggrappati ad un'unica via possibile è in qualche modo limitante e fuorviante; come per scalare la cima della montagna esistono mille modi e piste: la si può attaccare lateralmente, di fronte, a zig e zag, circumnavigandola; l'importante è creare una strategia ed iniziare a camminare. Il nostro modello di Coaching si fonda proprio su questa flessibilità e rigorosità nel metodo, sostenendo un percorso con strategie ben delineate, ma al tempo stesso una creatività e flessibilità

nell'erogazione del servizio.

Il nostro obiettivo è quello di facilitare, sostenere o sbloccare la performance dell'adolescente, promuovendo gradualmente una migliore autonomia e responsabilità del proprio percorso.

 

Per questo la comunicazione riveste un ruolo fondamentale nell'intervento di Coaching, che prende le distanze da teorie e principi rigidi, come quelli esaminati in precedenza.

 

Come scrisse un secolo fa L. Wittgenstein: “Le parole sono come pallottole”, la nostra responsabilità come Coach, docenti, persone è quella di ricordarsene ogni giorno, facendo tesoro di questo prezioso strumento, e sceglierle così in modo più consapevole.


Comunicazione Strategica (12 ore)

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