Le misure dispensative: le 6 cose da sapere

All’inizio di ogni anno scolastico, entro la fine di novembre, viene stilato il P.D.P. o Piano Didattico Personalizzato secondo le indicazioni della Legge 170 del 2010. All’interno del documento c’è la sezione che riguarda le “misure dispensative” in cui si dice che l’alunno può essere dispensato: dalla lettura ad alta voce, dal prendere appunti, dai tempi standard, dal copiare dalla lavagna, dalla dettatura di testi/appunti, da un eccessivo carico di compiti e dallo studio mnemonico delle tabelline.

 

Approfondiamole insieme...

  1. La dispensa dalla lettura a voce alta è un consiglio umano, prima di tutto. I ragazzi con DSA hanno difficoltà nella lettura, sono più lenti e fanno spesso errori e per questo è bene evitare di mettere lo studente a disagio di fronte la classe. Ma è anche un consiglio assolutamente pratico: durante la lettura lo studente presta attenzione a leggere “in modo corretto”, a non saltare la parole o le intere righe, a mantenere una fluidità espressiva per far capire cosa sta leggendo: mentre presta attenzione a tutte queste cose non sta però prestando attenzione ai contenuti. Quindi oltre ad essere imbarazzante, la lettura ad alta voce può risultare utile per alcuni versi, ma allo stesso tempo può generare degli effetti collaterali che con il tempo rischiano di indebolire gli aspetti psico-emotivi dello studente.
  2. Prendere appunti richiede molti processi cognitivi simultanei, questo provoca un sovraccarico nella memoria di lavoro degli studenti con DSA e li rende lenti, affaticati e non performativi.  Spesso i loro appunti, qualora fossero leggibili, risultano “sgrammaticati”, mancanti di intere parti, nomi sbagliati e concetti impliciti. Per questo motivo è più utile fornire loro appunti già organizzati, del docente o di qualche compagno/a.
  3. La dispensa dai tempi standard riguarda la loro difficoltà nell’elaborazione delle informazioni. Loro posso elaborare ogni informazione, anche molto complessa, ma hanno bisogno di un po’ di tempo in più. Ogni compito richiesto alla loro mente si accumula in attesa di essere elaborato, ma i tempi rispetto ad un ragazzo senza DSA sono esponenziali. Per questo si richiede di tenerne conto nelle verifiche e nei compiti a casa. Spesso si ovvia al tempo in più diminuendo il numero delle consegne da effettuare.
  4. La dispensa dal copiare alla lavagna o dalla dettatura di appunti o testi è per lo stesso motivo del punto 2. Si dovrebbe evitare di affaticare gli studenti per qualcosa non torna poi utile ai fini dell’apprendimento o della didattica. Meglio fornire noi i materiali e fare in modo che lo studente presti attenzione a quello che si dice e si fa in classe.
  5. Dispensare dall’eccessivo carico di compiti è sempre per lo stesso motivo del punto 2. Bisogna sempre tenere a mente che ogni pomeriggio lo studente affronta diverse materie ed è giusto che presti la giusta attenzione e concentrazione ad ogni materia. Per questo è meglio che lavori su meno argomenti, ma in maniera più efficace e completa.
  6. La dispensa dallo studio mnemonico riguarda lo studio di tabelline, formule matematiche, fisiche e chimiche, capitali mondiali, fiumi, ma anche poesie, brani musicali, ecc... tutto quello cioè che richiede un recupero delle informazioni immagazzinate precedentemente in memoria. Questo non perché i ragazzi con DSA non sappiano memorizzare, ma perché il modo che utilizziamo per chi non ha DSA spesso non è funzionale per loro. Quindi per evitare di dare un giudizio o un voto sul Disturbo Specifico dell’Apprendimento invece che sulla preparazione, si sconsiglia di valutare la loro memoria, quindi si sconsiglia anche di far studiare “a memoria” qualsiasi argomento.

 

Queste indicazioni non sono tutte da applicare ad ogni studente: come al solito è bene utilizzare il buon senso e la conoscenza che hanno i docenti e gli specialisti dello studente in questione. Il P.D.P. è un documento aperto, è cioè possibile modificarlo nel corso dell’anno e può essere utile farlo per “aggiustare il tiro” durante il percorso. Le misure dispensative agevolano quindi il lavoro del docente perché evitano situazioni imbarazzanti per tutti e garantiscono l’efficacia della didattica.

[nel prossimo articolo]

Se parliamo di apprendimento, i docenti chiaramente giocano in casa, ma è comunque interessante capire insieme come può essere ancora più efficace per uno studente con DSA...

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