Innovare a Scuola: opportunità e rischi

Quanto dovremmo investire nell’innovazione?

La Scuola è un’Istituzione abbastanza innovativa?

 

In questi giorni mi sto ponendo queste domande, perché credo che la risposta non sia così scontata.

È forse necessario trovare un equilibrio tra il nuovo e il vecchio: trascurare il primo, rischia di farci ritrovare superati. Da chi? Probabilmente non da “competitor”, non nel senso letterale del termine (non possiamo definire la Scuola un contesto che... [continua a leggere]


[continua] ...segue le logiche di altri mercati, dove se altri ti superano tu rischi di chiudere, almeno non in modo così evidente); verremmo invece superati da altre fonti apparentemente più autorevoli di informazione e formazione. Ecco allora che il rischio di vedere i nostri Studenti extra-stimolati da uno schermo, mentre per noi diventa un’impresa anche solo farci ascoltare per cinque minuti, diventa più che concreto. Oppure rischiamo di perdere quella capacità di ispirare che ogni buon Insegnante dovrebbe avere, superati clamorosamente dal maestro/istruttore sportivo (quando va bene) o da una compagnia che propone al Ragazzo modelli molto spesso discutibili.

 

E la stessa cosa vale per noi Genitori: è necessario, ogni tanto, introdurre degli elementi di innovazione nella nostra azione educativa… continuare a rappresentare un punto fermo e affidabile, ma al contempo riuscire a fare la differenza (anche rispetto a noi stessi).

 

Non possiamo però neanche trascurare ciò che funziona, dal momento in cui nei contesti educativi in cui lavoriamo dare dei riferimenti stabili e collaudati è doveroso.

Probabilmente è tutta una questione di equilibrio.

 

E tu, hai trovato un bilanciamento che ti soddisfi oppure sei ancora in cerca? Utilizzi un metodo che ti consenta di cogliere le opportunità di sviluppo, gestendo al contempo i rischi legati al cambiamento oppure ti muovi solo contando sul buon senso?

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Commenti: 3
  • #1

    Maria Paola (domenica, 20 gennaio 2019 13:53)

    Ciao. Argomento stimolante. Insegno filosofia e storia da più di tre decenni e mi pongo quella domanda da sempre, convinta che l'innovazione faccia parte della nostra professione. Ho sempre fatto corsi di formazione (che oggi non mi vengono riconosciuti dell'istituzione scolastica) sia di tipo didattico-disciplinare (la didattica breve di Ciampolini o Il testo filosofico a Reggio Emilia) sia, e molti, di informatica nei suoi vari sviluppi (MS-DOS, html, costruzione di sito, uso di Word, progetto Marte per la regione Sardegna, altri fino ai più recenti sull' uso della Lim, e registro elettronico). Ho imparato che l' innovazione non è sempre progresso e miglioramento e oggi su questo c'è molta retorica. Credo per es. che mettere al centro dell' innovazione gli strumenti tecnologici fino a farne l'obiettivo primo della formazione di docenti e studenti sia un pericolosissimo errore ermeneutico e pedagogico.
    Credo che manchi invece attenzione per le relazioni, per la comunicazione efficace, per gestione dei conflitti a tutti i livelli, e nella scuola sono cresciuti con le più recenti riforme. Inoltre mancano, soprattutto nella scuola superiore, l'organizzazione e le opportunità per lavorare in gruppo, l' apprendimento cooperativo, sia per docenti che per studenti.
    Su questi argomenti dobbiamo lavorare a fondo, formarci e sperimentare.
    Grazie per l'attenzione. Scusa la lunghezza del commento.
    MPaola Fanni

  • #2

    antonella longo (domenica, 20 gennaio 2019 21:06)

    Mi trovo perfettamente d'accordo con la collega Maria Paola, forse perché, da quello che intuisco, apparteniamo alla medesima schiera di docenti, con tutta la consapevolezza necessaria per rivolgere all'esperienza scolastica uno sguardo a 360°.
    Devo dire che ho aderito con entusiasmo alle proposte formative di Metadidattica perché "altre" rispetto alle tante dalle quali siamo investiti, anche a livello istituzionale. Trovo che anche i nuovi docenti, sui quali pure si dovrebbe investire, oltre a non poter sempre contare su una preparazione disciplinare solida, si portino dietro schemi di insegnamento fin troppo tradizionali, poco attenti alle relazioni e alle interazioni. La pletora di richieste pseudoformative che ricadono sull'istituzione scolastica sta lasciando, inoltre, spazio sempre minore ai saperi disciplinari, che hanno già in sé il loro valore formativo. Difficile anche condividere un dibattito su queste difficoltà, ma comunque...avanti tutta!!! chi ci ha provato e ci prova ogni giorno sa qual è la strada giusta!Grazie a Metadidattica e tutto l'incoraggiamento possibile!

  • #3

    Alberto DP (martedì, 22 gennaio 2019 15:56)

    Grazie Maria Paola, grazie Antonella!
    Il valore che (mi auguro) emerge dal blog si arricchisce giorno dopo giorno grazie ai vostri spunti: che meraviglia!
    Sono contento di leggere i vostri punti di vista e onorato di ricevere (quando accade) il vostro apprezzamento: questo è benzina per il mio impegno!
    A presto,
    Alberto