Cosa fare dopo un'attività di gruppo

Quest'anno, frequentando un percorso di aggiornamento professionale sulla Formazione Esperienziale, ho messo a fuoco un aspetto molto interessante della fase di riflessione.

Questo momento, facente parte del ciclo di Kolb, segue l'esperienza: ha l'obiettivo di valorizzarla e far sì che da questa emerga il massimo del valore formativo.

Ma come è opportuno condurla, la riflessione?

Ci sono delle domande che possano guidare i Ragazzi a valorizzare il loro apprendimento?

Ipotizziamo di aver proposto alla nostra Classe un lavoro di gruppo (un'esperienza, quindi): oltre alle competenze dirette sviluppate grazie all'attività, vogliamo che quest'ultima impatti sulla crescita personale di ogni Ragazzo. Ecco come fare...

Dopo aver concluso l'attività, possiamo dedicare una mezz'oretta alla riflessione: in questa fase dovremo condurre i nostri Ragazzi attraverso 4 livelli di discussione:

  1. FATTI: si parlerà di quello che i partecipanti hanno visto e di quello che credono di aver capito.
  2. EMOZIONI: a questo livello verrà fuori quello che ciascun partecipante deciderà in autonomia di mostrare.
  3. IDEE: emergerà quello che i partecipanti potrebbero anche ignorare.
  4. AZIONI (per il futuro): siamo al punto di toccare quello che i partecipanti possono decidere di accettare.

In sostanza, più avanziamo con il livello di profondità della riflessione, maggiori potrebbero essere le resistenze (da parte del gruppo o dei singoli). Per questo motivo è davvero importante guidare la riflessione in modo che si progredisca in modo graduale.

 

Ma come fare? Esistono delle domande che consentono di farci muovere all'interno di ciascun livello di profondità:

  1. Domande di tipo OGGETTIVO: "Cosa è successo?"; "Com'è andata l'attività?"
  2. Domande di tipo RIFLESSIVO: "Come vi ha fatto sentire l'attività?"; "Cosa avete provato in quel preciso momento?"
  3. Domande di tipo INTERPRETATIVO: "Cosa significa questo per te?"; "Cosa hai potuto intuire?"
  4. Domande di tipo DECISIONALE: "A cosa può servirti questo?"; "In che modo puoi mettere a frutto quello che hai imparato?"

Porre immediatamente ad un gruppo domande di livello 3 o 4, può far emergere risposte "di facciata", che di fatto riportano la riflessione al livello 1 (per es.: "Cosa hai potuto intuire? - livello 3" -> "Ho potuto intuire che è molto importante comunicare correttamente le proprie esigenze" - di fatto questa risposta è piuttosto cognitiva, non molto "sentita").

 

Nel ruolo di facilitatori dovremmo essere in grado di percepire il momento adatto di passare da un livello superficiale ad uno più profondo. Un buon termometro sono le battute: queste non fanno altro che riportare a galla il livello della conversazione... sono infatti un modo inconsapevole di sfogare la tensione. Inoltre, un altro fattore da tenere in considerazione è il livello di maturità del gruppo: un insieme di persone che lavorano insieme per la prima volta farà probabilmente più fatica a scendere in profondità, rispetto ad un gruppo coeso che si conosce da tempo.

 

La riflessione, in sostanza, vuole accompagnare il gruppo (e ciascun individuo) verso consapevolezze nutrienti e stimolanti: non avere strumenti per condurre questo processo potrà essere tanto disfunzionale quanto cercare di forzarne il ritmo.

 

E tu cosa ne pensi?

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Commenti: 3
  • #1

    Margherita Gratton (lunedì, 02 ottobre 2017 19:57)

    Grazie Alberto, interessante proposta! utilissimo poter disporre di una "scaletta" di intervento quando si chiede ai ragazzi di riportare una loro esperienza... è una attività che propongo spesso , e altrettanto spesso vado a braccio...quindi utilizzerò sicuramente i tuoi suggerimenti
    Grazie
    Margherita V.

  • #2

    Alberto DP (lunedì, 02 ottobre 2017 21:16)

    Grazie a te, Marghe! Come sempre... :)

  • #3

    alessandra (giovedì, 05 ottobre 2017 15:20)

    Ci ho provato.
    Funziona.
    Focalizza l'attenzione ed è utilissimo per far riflettere gli alunni sul proprio processo di apprendimento.
    Grazie!!!