(Proporre) Problemi Matematici: cinque errori da evitare

Il Consiglio Europeo indica tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente la competenza matematica, intesa come  “l’abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi nelle situazioni quotidiane”.

La risoluzione di problemi viene posta dunque come uno dei temi centrali dell’insegnamento della matematica, eppure sono davvero molti gli studenti che mostrano incertezze e difficoltà in questa attività.

 

In particolare, parlando degli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, le difficoltà specifiche in lettura, scrittura e calcolo possono interferire con la capacità di risolvere problemi matematici.

 

Infatti si tratta di un processo cognitivo complesso che richiede molte abilità, alcune delle quali possono essere deficitarie negli alunni con DSA, come ad esempio la comprensione del testo o la memoria di lavoro, intesa come mantenimento delle informazioni nella mente, mentre hanno luogo altri processi.

Vediamo insieme quali sono i cinque errori più comuni da evitare nel proporre questo tipo di compito agli alunni con Disturbo Specifico e quali invece le buone prassi da seguire.

1. Presentare graficamente il testo del problema senza tener conto dell’effetto crowding (affollamento visivo) e delle difficoltà di lettura che ne conseguono


È importante tenere sempre presenti i criteri relativi all’alta leggibilità, ovvero accertarsi che i testi che stiamo sottoponendo ai nostri studenti presentino:

  • Un'interlinea di almeno 1,5 per far si che gli studenti non confondano le righe
  • Un font che sia sufficientemente grande e senza grazie (sans serif font), come ad esempio il Verdana che, a differenza di altri caratteri, oltre ad essere senza grazie non mostra ambiguità nella presentazione di alcune lettere, come la l e la I maiuscola
  • Un allineamento a sinistra e che non siano quindi giustificati, sia perché così è ancora più facile non confondere le righe, sia perché la giustificazione del testo comporta uno spazio variabile tra le parole che non aiuta i movimenti saccadici
  • Parole che non siano spezzate andando a capo
  • Un accapo dopo ogni segno forte di punteggiatura.

 

2. Utilizzare un linguaggio e una sintassi particolarmente complessi

 

È consigliabile infatti, al fine di favorire la comprensione del testo del problema e abbattere il più possibile gli ostacoli che ne impediscono la rappresentazione mentale, presentare un testo con un linguaggio semplice e accessibile a tutti.

È bene dunque utilizzare frasi brevi, preferire le coordinate alle subordinate, inserire un solo dato per ogni frase, usare il più possibile forme attive dei verbi, evitare le doppie negazioni e troppe richieste implicite.

Inoltre, per quanto riguarda la comprensione del testo può essere molto utile a volte trasformare il compito di lettura del problema in un compito di ascolto, ad esempio, leggendo il testo del quesito a tutta la classe dopo averlo consegnato in forma scritta, e soprattutto, assicurarsi che tutte le informazioni, in particolar modo se vi sono dati impliciti, siano chiare e ben comprese, senza dare nulla per scontato.

 

3. Privare lo studente con DSA dei suoi strumenti compensativi

È proprio in compiti complessi come questo che la memoria di lavoro dei nostri studenti rischia di andare in sovraccarico, compromettendo l’apprendimento e lo svolgimento del compito richiesto.

 

4. Effettuare una valutazione che si basi sull’esattezza del risultato finale piuttosto che sulla correttezza della procedura

 

Con gli alunni con DSA è importante tenere conto dei procedimenti e non dell’accuratezza dei calcoli al fine di non effettuare una valutazione relativa al disturbo

 

5. Insegnare procedure di risoluzione rigide


Un esempio sono le procedure basate sulle parole chiave che risultano spesso fallimentari, in quanto applicabili solo a problemi che presentano una struttura stereotipata, e possono creare una rigidità di pensiero poco funzionale e difficile da estinguere. 

Il solo riferimento alle parole chiave per trovare le operazioni da svolgere porta gli studenti a mettere in atto delle scorciatoie cognitive e a non rappresentarsi la situazione del problema, passaggio essenziale per il processo risolutivo.

 

 

Infine è importante riflettere sull’aspetto emotivo e le false credenze che purtroppo circolano in merito alla matematica in generale e alla risoluzione dei problemi in particolare, ricordando agli studenti che saper risolvere problemi non è una capacità innata ma qualcosa che si può allenare e imparare.

 

Articolo di Alessandra Petrella e Jacopo Lubich

 

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