Che atteggiamento hai durante le verifiche dei tuoi Studenti? #ValutazioneStrategica

Il momento della verifica è, per qualsiasi Studente, un appuntamento a dir poco importante: nello stesso istante si incontra e confronta con se stesso e con le proprie aspettative, fa i conti con la propria preparazione e... con te, che sei un suo indiscusso punto di riferimento.

 

Ma qual è l'atteggiamento migliore che l'Insegnante dovrebbe tenere durante questo momento così carico di significato e di emozioni?

Quali sono gli errori che è opportuno evitare?

 

La maggior parte delle volte, quando in ambito scolastico si riflette sul tanto delicato tema della valutazione, si trascurano proprio le verifiche, che rappresentano il vero punto di contatto tra i Ragazzi e i nostri strumenti valutativi.

 

Sia durante le verifiche scritte, che durante quelle orali, il nostro atteggiamento potrà fare la differenza, in positivo... ma anche in negativo! Ecco perché è molto importante partire dagli errori da evitare, valutandone insieme le principali motivazioni:

  • ATTEGGIAMENTO DA "CONTROLLORE": così facendo invieresti un meta-messaggio altamente disfunzionale ai tuoi Studenti; tra le righe è come se dicessi loro "Io non mi fido di voi!". Questo da un lato rovinerebbe il vostro rapporto, dall'altro rischierebbe di stimolare la tendenza a trasgredire le regole imposte, aumentando in questo modo i comportamenti scorretti tanto temuti.
    Oltre a questi effetti, il nostro atteggiamento da "controllore" rischierà di produrre altre due conseguenze deleterie: la prima consisterà nel far aumentare il peso emotivo della verifica; la seconda contribuirà a non farti percepire come risorsa da cercare, ma piuttosto come un disturbo da evitare.
  • PENALIZZARE/ESPRIMERE DISSENSO: in questo caso il meta-messaggio depotenziante è senza dubbio il seguente "Per me vali poco!". Rivolgersi in questo modo alla "pancia" dei Ragazzi (perché i messaggi parlano alla "testa", mentre i meta-messaggi alla "pancia" dei nostri interlocutori) comporterà una serie di esiti poco utili: oltre ai danni causati alla relazione, ci saranno effetti negativi sui livelli di motivazione e fiducia che i ragazzi nutriranno verso se stessi.
  • DISTRARTI: non prestare attenzione a ciò che sta accadendo è pericoloso perché veicolerebbe un meta-messaggio molto penalizzante: "Non mi interessa quello che dici/stai facendo... non mi interessi tu!".
    Gli effetti negativi sono principalmente due. Il primo, e più evidente, consiste nella reazione che potrebbero avere i Ragazzi di fronte ad una distrazione del proprio Insegnante, per esempio durante una verifica scritta: la tentazione di copiare o trasgredire a qualche regola potrebbe diventare irresistibile. Questo comporterà una tua perdita di leadership e, peggio ancora, una focalizzazione da parte degli Studenti sulla parte meno importante della verifica... il voto.
    Il secondo effetto negativo ha a che fare invece con i livelli di motivazione dei Ragazzi: se questo momento non interessa neanche al mio Insegnante, perché dovrebbe interessare a me?
  • ESSERE TROPPO ENTUSIASTA/ACCONDISCENDENTE: pensiamo ad una verifica orale; se durante l'esposizione dello Studente il nostro atteggiamento fosse troppo "positivo" (annuendo vistosamente, sorridendo troppo, dando troppi feedback positivi, ecc.) il meta-messaggio veicolato finirebbe per diventare "negativo": "Ti ritengo debole, bisognoso di aiuto e incoraggiamento!". Qui torna il più volte citato monito di Oscar Wilde che chiosa "È con le migliori intenzioni che il più delle volte produciamo gli effetti peggiori...": senza accorgercene arrecheremmo un pericoloso danno subliminale all'autostima e all'autoefficacia del nostro Studente.

 

Cosa fare allora? Quale atteggiamento è più utile tenere?

 

Non credo sia utile darti troppe indicazioni, perciò ti suggerisco soltanto due punti molto importanti da tenere ben presenti durante le verifiche dei tuoi Studenti:

  1. COMUNICA LA TUA PRESENZA: la cosa più utile da fare durante un momento così importante è comunicare ai tuoi Studenti "Io sono qui.". Questo interverrà positivamente sui tuoi livelli di leadership naturale e infonderà sicurezza a chi ne dovesse avere bisogno.
    Per riuscire a comunicare la tua presenza, non trascurare la posizione che occupi nella classe: questa dovrà essere centrale e "attiva"... relegarti in un angolino della stanza a fissare il vuoto, un giornale o il cellulare sortirebbe gli effetti opposti, per intenderci. Ogni tanto muoviti con fluidità nello spazio: questo non per creare tensione e lanciare avvisi minacciosi tesi a scoraggiare i comportamenti scorretti, ma per evitare che i tuoi Alunni ti perdano di vista troppo a lungo.
  2. OFFRI IL TUO SUPPORTO: non so come la pensi, ma dal mio punto di vista la verifica deve essere "facilitata". Immagino l'Insegnante come un allenatore: un bravo CT non cerca di penalizzare i propri giocatori durante la partita... anzi, piuttosto cerca di agevolarli con tutti i mezzi che ha a disposizione, fermo restando che non potrà giocare al posto loro (anche se ne avrebbe molta voglia!!). Un buon allenatore non mette al centro la valutazione, ma la performance dei propri atleti: la valutazione è solo funzionale ai risultati, serve come indicatore delle aree di miglioramento sulle quali intervenire con più (o un diverso) allenamento.

In buona sostanza, il nostro atteggiamento nei confronti dei Ragazzi impegnati in una verifica dovrebbe comunicare loro, tra le righe, che la valutazione è PER LORO e per nessun altro; non serve ai loro Insegnanti, non serve ai loro Genitori, non servirà per la pagella.

Fare delle verifiche serve a me Studente, a capire a che punto sono, su cos'altro è opportuno intervenire per aggiustare il tiro...

È come se avessi messo a punto la macchina in officina e andassi a fare qualche giro di pista (cronometrato) per controllare assetto e prestazioni. O, se preferisci, è come se avessi preparato un dolce, cercando la migliore ricetta e scegliendo gli ingredienti più prelibati, concedendomi alla fine l'onore di far assaggiare la mia creazione a qualche amico per capire se c'è da modificare qualcosa nelle dosi o nella preparazione.

 

E che dire poi del gusto di assaggiare anche noi una fetta di quel dolce, aprendoci alle meraviglie dell'autovalutazione?

 

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