Non sapevi di sapere - Un'attività didattica proposta dal prof. Massimo Nardi

 

In questo periodo dell'anno, con la ripresa delle lezioni dopo la lunga pausa estiva, i bravi Docenti sono alla ricerca di attività propedeutiche da proporre alle proprie Classi (ne abbiamo segnalate tre con le "Non Materie" di MetaDidattica: 1, 2 e 3).

 

Massimo, da bravo sperimentatore, ha tentato quest'anno una nuova strada per riprendere con i suoi Studenti il percorso didattico lasciato a giugno: è così che, parlandomene in apertura di un corso MetaDidattica organizzato nella sua Scuola, ha destato in me molta curiosità.

Ho trovato la sua proposta ottima, non solo per questi primi giorni di Scuola, ma anche per aprire in modo funzionale ogni nuova unità di apprendimento.

 

Clicca qui per leggere l'idea sperimentata da Massimo...


Alla fine dell’anno scolastico l’insegnante è lealmente persuaso dei buoni livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti. Quasi sogna conquiste permanenti di conoscenze. All’alba del nuovo anno il sogno svanisce, nel docente e negli studenti.

Per anni ho visto i miei studenti tornare a sedere sui banchi generalmente convinti che quanto studiato l’anno precedente, con impegno e interesse, appartenesse a un passato difficilmente rievocabile. Io stesso ho contribuito: sondaggi, timidi e timorosi, basati su domande dirette, normalmente ottenevano puntuali conferme.

 

Quest’anno mi sono chiesto: e se questa situazione di oblio semitotale delle conoscenze fosse uno stereotipo o un autoinganno? Un fenomeno abituale, ma di superficie? Quanto sarebbe motivante, per il percorso che andiamo ad iniziare, fare esperienza diretta di una diversa possibilità? In fondo anche un sogno, deluso, può diventare un’ipotesi di lavoro.

Ho deciso di mettere alla prova, da una parte, la capacità di rievocazione spontanea delle menti degli studenti, dall’altra la mia capacità di accompagnare tale processo.

 

Ho chiesto a ogni alunno, in ogni classe, senza consultare libro o appunti, di fare silenzio per dieci minuti e scrivere su un foglio una lista di quanto gli tornava in mente del percorso disciplinare dell’anno precedente: parole, concetti, espressioni, citazioni, nomi… in modo immediato, casuale, disinibito…

 

Al primo interpellato ho chiesto di leggere l’intera lista e poi scegliere un elemento di cui esporre quanto ricordava in modo autonomo. Io mi sono poi inserito con domande aperte, ad alternativa di risposta (il metodo dicotomico tanto caro a Socrate…), metafore e similitudini, ipotesi di collegamenti, sottoposti alla valutazione dell’interlocutore. Sulle questioni che restavano insolute ho chiesto l’intervento dei compagni, con ognuno dei quali ripartiva un serrato dialogo euristico. E così fino alla fine dell’ora e finché ogni alunno ha avuto modo di partecipare all’attività comune. 

 

Con una certa sorpresa abbiamo verificato che i saperi essenziali del programma svolto avevano preso le sembianze di un puzzle: con il dialogo comune e il coinvolgimento di ricordi, intuizioni e riflessioni di ognuno, pian piano le diverse tessere avevano preso forma e trovato il loro posto nell’insieme.

 

È stata un’esperienza impegnativa ma dalle buone ricadute formative, per me e per gli studenti: ottenere un risultato con il contributo di tutti, scoprire nuove situazioni d’apprendimento, sperimentare l’importanza del dialogo e allenarne la pratica, apprezzare che lo studio consapevole lascia tracce, anche profonde, prendere fiducia che insegnamenti e apprendimenti potranno avere un valore migliore di quanto normalmente pensiamo.

 

In qualche modo aveva ragione Gaetano Salvemini: «La cultura è ciò che resta dopo aver dimenticato tutto ciò che si è studiato».

 

Massimo Nardi

Corso "Stratagemmi Didattici" (6 ore)

Corso accreditato MIUR (valido per il BONUS 500 €)
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Commenti: 5
  • #1

    Sara (sabato, 01 ottobre 2016 17:35)

    Grazie mille Massimo per questo contributo! Credo proprio che lo sperimenterò il prossimo anno, anche perchè per la matematica è particolarmente importante sapere quali competenze sono state acquisite in modo ... profondo.
    Buon Lavoro!

  • #2

    Alessandra (domenica, 02 ottobre 2016 08:42)

    Io credo proprio che lo sperimenterò...domani!

  • #3

    Francesco B. (domenica, 02 ottobre 2016 20:02)

    Carissimo Massimo,
    ammiro la tua fertilità metodologica che apre spazi nuovi per la nostra scuola. Non è poco.
    Ora, ripartire dall'educazione della memoria, considerando il contesto, mi sembra un'indicazione geniale. Quando si nasce umanisti...
    Ad maiora.
    Francesco

  • #4

    Claudia Paternoster (domenica, 02 ottobre 2016 20:47)

    Grazie Massimo dell'interessante idea! Da sperimentare, sicuramente!

  • #5

    Alberto De Panfilis (giovedì, 06 ottobre 2016 10:15)

    Caro Massimo,

    come già ho avuto modo di fare di persona, ti ringrazio di cuore per il tuo contributo!

    Un caro abbraccio e a domani... ;)
    Alberto