Prendersi cura della propria scuola: che ne pensate?

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Commenti: 7
  • #1

    Teresa (domenica, 12 giugno 2016 09:42)

    È un video molto interessante e allegro.
    Non nego che il problema della pulizia e dell'ordine nelle scuole è spesso un tasto dolente.
    Arrivare a questi livelli richiederebbe un lavoro a monte sulle famiglie ed anche su di noi come docenti.
    Se penso all'allegria che si crea in classe quando si chiede ai bambini di ripulire e riordinare l'aula dopo un attività laboratoriale non stento ad immaginare che potremmo anche noi cominciare a piccoli passi ad introdurre attività simili da svolgere giornalmente.
    In alcune scuole in Italia, per esempio, la gestione della.mensa è già in mano ai bambini.
    La valenza educativa di queste attività è innegabile e se penso a quanto volte mi lamento di atti di vandalismo e sporcizia credo che iniziare da piccole assunzioni di responsabilità nell'ambiente in cui si vive 8 ore al giorno non può essere che un buon inizio.
    Aggiungo alla.lista di idee da realizzare il prossimo anno!!!!
    Buona domenica a tutti
    Teresa

  • #2

    Giovanna (domenica, 12 giugno 2016 10:40)

    Io ho fatto riordinare e smistare ai ragazzi gli ultimi giorni: nei cassetti, negli armadi e sotto i banchi abbiamo trovato foglietti di giustificazioni di 4 anni fa!!!e quaderni di "personaggi" mitici della scuola...ma la pulizia, anche quella delle cartacce di fine giornata è un tasto dolentissimo...mi sono chiesta cosa spinge i ragazzi a buttare di tutto per terra senza porsi il problema di raccoglierlo come (forse) farebbero a casa propria. La risposta che mi sono data è che loro non sentono la scuola come casa propria...e che noi non facciamo diventare le pulizie una routine come in questa scuola giapponese! I ragazzi le vivono come una punizione o come un modo per perdere tempo di lezione non come uno dei momenti e delle necessità della giornata

  • #3

    Tiziana (domenica, 12 giugno 2016 19:58)

    Questo argomento tocca un tasto dolente...la pulizia e l'ordine nelle nostre aule. Il prossimo anno scolastico tra i piccoli - grandi traguardi da raggiungere insieme ai miei bambini ci sarà anche questo: far vivere la propria aula come se fosse la loro cameretta, condivisa con altri venti piccoli amici. Vedremo di organizzarci, partendo proprio dalle loro idee, per quanto riguarda gli spazi, l'ordine e la pulizia e perchè no...anche la raccolta differenziata.
    Buona domenica
    Tiziana

  • #4

    Maria Rita (domenica, 12 giugno 2016 23:44)

    Non fatelo vedere ai Dirigenti scolastici!!!! Certamente. Spesso le "cose" vanno male, in ogni ambiente, perché si vive la situazione e l'ambiente come "non proprio", come se fosse "di altri"= non mi interessa. Nella nostra casa non succede ...

  • #5

    Lina (lunedì, 13 giugno 2016 11:27)

    Nella nostra scuola la pulizia è davvero un tasto "dolente", in quanto è svolta da una ditta esterna, mentre i bildelli, come da contratto, fanno solo la "sorveglianza". Vi lascio ben immaginare! Molte volte sono io che insieme ai bambini puliamo l'aula e ho visto i risultati. Questo video mi ha suggerito molte idee da mettere subito in atto il prossimo anno.
    Grazie!

  • #6

    Alberto De Panfilis (mercoledì, 15 giugno 2016 17:55)

    Grazie a tutte per i vostri preziosi e graditi commenti: rifletto sul fatto che il circolo vizioso (non sento la scuola come mia e quindi non la rispetto/pulisco) non è lineare (CAUSA-EFFETTO), ma circolare (l'uno CONCAUSA dell'altro)... dove intervenire allora? E poi ho visto questo servizio del TGR Campania (dal minuto 14:55) che descrive una Scuola "modello" in cui MetaDidattica ha portato i suoi contributi formativi qualche mese fa... la speranza non deve mai morire!

    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d93d0ef7-d3b5-4efc-83e0-036a81806041.html

  • #7

    Alessandra (venerdì, 17 giugno 2016 22:43)

    Beh, a paragone con la nostra realtà da Far West, il Giappone è sempre un altro pianeta.
    Purtroppo qui da noi una scuola come quella di Policastro è l'eccezione, non la regola. C'è solo da sperare che le buone pratiche si diffondano.
    Sono rimasta impressionata (direi quasi folgorata) dalla figura della preside.
    Grazie Alberto!