Aprile dolce dormire (maestra Teresa)

“Aprile dolce dormire” recita un vecchio detto, tuttavia se per molti ciò è realizzabile, per gli insegnanti mai detto fu più lontano dalla realtà!

 

Per noi docenti infatti aprile è il mese in cui cominciamo ad andare in “fibrillazione”, si avvicina la chiusura dell’anno scolastico, c’è il completamento dei programmi che pressa, la scelta dei nuovi libri di testo, l’ultimo colloquio con i genitori, le prove di verifica da preparare, il progetto da concludere, gli alunni in difficoltà da sostenere, il genitore da fronteggiare, il collega da arginare, la nostra famiglia da seguire... e noi?

 

Clicca qui e continua a leggere l'articolo di Teresa...

 

Noi sentiamo di essere sull’orlo di una crisi di nervi e qualche volta sull’orlo di un baratro.

Le tensioni assumono un peso notevole e tendiamo a ripiegarci su noi stesse non riuscendo più adeguatamente a gestire il carico emozionale che ogni situazione porta con sé, così tendiamo a lasciarci andare o ad uno stile “remissivo” di gestione della classe, lasciando correre, “mettendo una pezza” dove possibile e lasciando andare quello che non riusciamo a gestire oppure, decidiamo per lo stile “aggressivo” ed immediatamente “il pugno di ferro” cala sui nostri alunni creando disorientamento e confusione anche se pensiamo di avere tutto sotto controllo.

E se ci fermassimo un attimo a prendere fiato? Se provassimo a raddrizzare la schiena, fare un lungo e profondo respiro e guardassimo oltre la cortina di ansia che ci avvolge?

Se ci chiedessimo “cosa sto provando? Paura? Rabbia? Tristezza? Senso di inadeguatezza? Imbarazzo?

Credo che scopriremmo nella maggior parte dei casi che rispondere a queste domande potrebbe aprire strade ad una valutazione oggettiva della situazione uscendo da quel tunnel di sensazioni che caricano il nostro operato di ansie e reazioni compulsive che poco hanno a che fare con soluzioni efficienti ed efficaci che portino anche, perché no, ad ammettere di aver alzato troppo il tiro e preteso tanto da noi stesse.

Non sono qui a suggerire soluzioni preconfezionate, ne pretendo di aver trovato la medicina giusta a tutti i “mali” della nostra professione, certamente so che analizzare le diverse situazioni e cercare informazioni, più che basarci sulle sensazioni, può impedire che il nostro livello di stress si trasformi in una vera e propria “esplosione”.

Proviamo a chiederci quale messaggio ogni emozione ci recapita e leggiamolo in funzione del problema da risolvere.

Se dopo un colloquio con i genitori l’unica emozione che ci assale è la rabbia, forse è il caso di chiedersi – cosa c’è da cambiare? – e da un’analisi della situazione potremmo scoprire che il nostro modo di condurre il colloquio non è stato efficace, o che le osservazioni che ci sono state mosse dal genitore ci hanno colpito nel vivo e non riusciamo a gestirle, o ancora che abbiamo condotto il colloquio in un tempo o in un luogo non favorevole agli argomenti che volevamo affrontare. 

Non sono queste ragioni importanti per cui quella rabbia potrebbe trasformarsi nella decisione di cambiare il mio modo di organizzare i prossimi incontri o di approcciare quel genitore?

E se pensando a quella attività che avevamo programmato e che siamo costretti a rimandare fossimo assaliti da un senso di tristezza e scoraggiamento, anziché sentirci sconfitti non sarebbe meglio prendere coscienza di dover – lasciare andare – quel senso di inadeguatezza che ci assale? 

Analizzando la situazione potremmo accorgerci di non aver valutato adeguatamente i tempi e le modalità di attuazione dell’attività e quindi piuttosto che affannarci a voler caparbiamente portare avanti qualcosa che sappiamo già non sarà come l’avevamo pensata, potremmo invece decidere di non aprire quel capitolo e lasciarlo per l’anno prossimo, senza rimpianti, senza colpevolizzarci, semplicemente accettando una realtà di fatto.

Personalmente sono convinta che, se riuscissimo a comprendere che un buon equilibrio emotivo può migliorare la nostra vita professionale e personale, i momenti difficili con la classe, con i genitori, con i colleghi e con la famiglia potrebbero essere molto meno fonte di stress e molto più occasioni per fermarci a pensare a noi, a come siamo, a come reagiamo di fronte alle difficoltà, a come ci poniamo nell’affrontare un problema.

Mi piace pensare che così facendo lasceremmo maggiormente il posto alla gioia e ad un positivo senso di efficacia ed efficienza che un buon equilibrio emotivo è in grado di regalare alla nostra difficile, complicata, meravigliosa missione di educatori.

Come dice Paulo Coelho: “Le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.” 

Sereno Aprile a tutti!

Ti può interessare anche...

Scrivi commento

Commenti: 6
  • #1

    Giovanna (domenica, 10 aprile 2016 10:09)

    Sapere di non essere l'unica in questo periodo dell'anno a sentirsi come tu perfettamente descrivi dà già una marcia in più!
    Grazie

  • #2

    Margherita (domenica, 10 aprile 2016 13:11)

    Giusto Teresa, l'elenco che hai scritto mi calza a pennello! Domani respirero' a fondo..e con un bel sorriso ripartiro'... Grazie

  • #3

    Beatrice (domenica, 10 aprile 2016 18:52)

    Sono d'accordo! grazie Teresa, è un bell'incoraggiamento.

  • #4

    Silvia (domenica, 10 aprile 2016 23:33)

    Grazie Teresa per aver condiviso le tue riflessioni. In effetti in questo periodo mi succede proprio come tu hai descritto nell'articolo. Ora lo affronterò con maggiore consapevolezza.

  • #5

    Mariachiara Pielich (lunedì, 11 aprile 2016 10:30)

    Cara Maestra, trovo questo articolo molto interessante poiché pone in primo piano ciò che a me personalmente interessa, ovvero il sistema emotivo.
    Ahinoi, presi dai ritmi sfrenati della quotidianità, dalle tante cose concrete da "sbrigare", spesso perdiamo contatto con le nostre emozioni, preferendo la ragione che però senza la consapevolezza di ciò che si prova serve a poco, pochissimo!
    Le emozioni ci guidano nelle scelte e ci aiutano a comprendere se ciò che stiamo facendo concretamente sia la cosa giusta o meno: respirare ed ascoltare le proprie emozioni ci aiuterà indubbiamente a superare Aprile e i mesi venturi!!!
    Un caro saluto,
    Mariachiara Pielich

  • #6

    Teresa (lunedì, 11 aprile 2016 12:09)

    Grazie a Giovanna, Margherita, Beatrice, Silvia e Mariachiara per aver lasciato il loro commento e condiviso le mie idee.
    E un grazie anche a coloro che hanno letto l'articolo e mi hanno regalato un feedback personalmente.
    Grazie