Le mie sperimentazioni pratiche con MetaDidattica (maestra Margherita)

Dicembre, mese d’importanti bilanci!

Il mio bilancio professionale, quest’anno, pende al positivo, e non è un caso.

Nei primi tre mesi di scuola, ho potuto far tesoro, e applicare, parte delle strategie imparate con MetaDidattica, da un paziente insegnante qual è Alberto, ed ho ottenuto ottimi risultati.

Sì, lo so, fino a giugno la strada è ancora lunga, e gli imprevisti possono essere dietro l’angolo, perciò non dovrei sbilanciarmi così!

Il fatto è, che da qualche tempo non sperimentavo, con successo, tante utili strategie; e ciò, credo, sia merito anche della sperimentazione provata su di me. 

Come ogni buono scienziato che si rispetti (perché noi insegnanti, siamo anche questo…) durante l’estate ho messo in pratica su di me alcune piccole strategie, e avendo esse funzionato, non ho potuto non offrirle alla classe in settembre.

Non prima però, di aver concordato con la collega di classe un percorso educativo ad-hoc, che rispondesse alle esigenze della nostra classe; ed esse erano (già lo sapevamo) di natura, soprattutto, affettiva.

Ne è nato così un progetto, da noi denominato, Progetto all’Affettività

Si tratta di un progetto molto articolato, e che man mano andiamo modificando e migliorando, ma in linea di massima posso dire che esso tende ad attivare, negli alunni e in noi insegnanti, molte buone pratiche di cooperazione attiva, fiducia nell’altro e nel gruppo, di autostima, di valorizzazione del sé e dell’altro, più molte altre. Il martedì pomeriggio, c’è l’appuntamento fisso con l’ora dedicata ed esso, molto atteso da tutti gli alunni.

Già il primo giorno di scuola affinché, gli alunni sentissero nuovamente l’appartenenza al gruppo, io e la collega, abbiamo proposto di elencare su due cartelloni ben congegnati il “come peggiorare” e “come migliorare” la nostra giornata a scuola; ovviamente le risposte sono state le più disparate, alcune di esse erano da noi attese, altre invece no. 

Poiché però la “distrazione”, aveva ricevuto la maggioranza dei consensi, abbiamo pensato, che nella settimana successiva avremmo potuto presentargli la strategia del “cerchietto e puntino”. Tale strategia, prevede un accordo tra le parti, che deve essere ben compreso, nella sua importanza, e condiviso, affinché le nostre diciotto “testoline pensanti” non si distraessero durante la lezione frontale.

Anche la lezione frontale delle insegnanti è stata accordata, nelle sue norme, insieme agli alunni, in merito ai tempi; proprio per dare la possibilità a tutti di rimanere nel “cerchietto e puntino” il più possibile a proprio agio.

Devo dire che dopo tre mesi di sperimentazione, adesso sono i bambini stessi a ricordarsi, nominandolo spesso, il “cerchietto”, quando sentono la stanchezza prendere il sopravvento. E ancora, essi stessi si ricordano del " come peggiorare" quando divampa qualche litigio in classe o in giardino.

Utilissimo, a questo proposito, è stato il gioco del “nodo umano” che, con nostra grande sorpresa… si è sciolto in breve tempo. Tuttavia, anche se è durato, poco ci ha dato la possibilità di prendere atto che qualcuno si era autoescluso dal gioco… e darci nuovamente un input per un lavoro mirato in classe.

Un altro gioco che abbiamo proposto è stato quello delle “scelte”, i bambini si sono divertiti come matti, ed hanno poi capito in classe, sempre con l’aiuto cartelloni colorati e moltissimi interventi, quanto, anche solo la presenza fisica delle persone, influisca su di noi e ci provochi dei cambiamenti o delle modifiche.

Queste strategie hanno sostituito il più prosaico e impolverato cartellone che avevamo in classe e nel quale erano elencati tutti i comportamenti da adottare durante la spiegazione, e più in generale nella giornata di lavoro. Dopo un po’ di tempo, e con grande soddisfazione di tutti noi, ne abbiamo fatto “coriandoli”!

Le attività da descrivere sarebbero tante e altrettante le utilissime osservazioni fatte durante ognuna di esse, che ha aiutato noi insegnanti a capire che ogni alunno è un piccolo scrigno di tesori che si apre man mano svelando le sue meraviglie.

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Commenti: 4
  • #1

    Teresa (domenica, 10 gennaio 2016 09:58)

    Grazie Margherita per questa tua interessante testimonianza.
    Sono convinta anche io che noi per prime non dovremmo mai perdere la voglia di sperimentare per ricaricarci ed entusiasmarci proprio come è successo a te.
    Dalla lettura del tuo articolo mi viene voglia di provare subito le tecniche utilizzate anche con la.mia classe!
    Aspetto di leggerti ancora per avere nuovi sounti di riflessione e lavoro.
    Grazie per la condivisione
    Teresa

  • #2

    margherita (domenica, 10 gennaio 2016)

    Grazie Teresa,a adesso ci aspetta il secondo giro di boa!! Abbiamo Già diverse idee da reinserire... Mi piacciono queste attività perché si programma solo l'inizio... Il resto poi ê sempre una sorpresa.

  • #3

    Tiziana Niedda (domenica, 10 gennaio 2016 13:27)

    Grazie Margherita
    la tua esperienza condivisa con la tua collega e' molto interessante e mi incuriosisce molto...se ti sarà possibile mi farebbe piacere avere l' opportunità di conoscerla meglio per condividerla in modo piu' approfondito ed eventualmente poterla applicare...credo che ogni classe sia un terreno fertile per produrre miglioramenti. Sarà sicuramente un arricchimento prezioso! Grazie Tiziana

  • #4

    MARGHERITA (domenica, 17 gennaio 2016 12:38)

    Ciao Tiziana, grazie per il suggerimento!E' curioso il fatto che ci si incontri spesso per i corridoi , o affannate fuori dalla classe per un cambio, e non si riesca a condividere ciò che veramente ci appassiona. Sicuramente a giugno, quando la giostra si fermerà, avremo tempi e modi per condividere e crescere insieme.... prepariamoci!:))