Un Natale... strategico - Un nuovo modo di gestire i Colloqui con le Famiglie (la Maestra Terry)

Eccola qui, la festa più attesa dell’anno è alle porte e per noi insegnanti, inutile negarlo, Natale rappresenta il “giro di boa” dell’anno scolastico ed è quindi tempo di primi bilanci.

 

Chi ha incontrato nuove classi si interroga sull’andamento del proprio operato e cerca soluzioni ai problemi incontrati, chi navigava invece in acque già conosciute ha affrontato nuove strategie o ha trovato nuovi equilibri...

 

Ognuno comunque è già sulla sua rotta e tra una brezza leggera e qualche mareggiata ha affrontato anche il primo colloquio con le famiglie

Croce e delizia del nostro operato è questo un appuntamento non sempre atteso con serenità.

Devo dire che personalmente non ho mai vissuto questo momento con inquietudine e quest’anno l’ho affrontato con maggiore consapevolezza grazie a qualche strumento in più a bordo della nostra nave, che ha consentito alla mia collega e me di preparare per tempo il terreno con le famiglie per un dialogo sereno e costruttivo.

Il nostro primo colloquio generale è stato comunque preceduto da incontri singoli durante i quali avevamo raccolto informazioni importanti che ci hanno consentito una visione più ampia delle diverse situazioni ritenute a “rischio”. 

L’ascolto attivo ha giocato un ruolo fondamentale in questo, come ho avuto già modo di raccontarvi. 

In questa occasione invece lo strumento del dialogo strategico, ha fatto sì che affrontassimo il colloquio sicure e consapevoli di poter approcciare con serenità anche argomenti spinosi.

Il cambiamento sostanziale che l’utilizzo della tecnica del dialogo strategico ha portato nei nostri incontri con le famiglie sta nel fatto che una grande parte delle nostre energie era prima impegnata a cercare di “spiegare” le difficoltà incontrate, convinte che solo nel far capire la situazione presente avremmo potuto ottenere cambiamento e collaborazione; ora invece il nostro lavoro è orientato a far “sentire” all’altro il problema, cambiando la percezione della situazione e producendo una riflessione spontanea sui fatti esposti rendendo così un evento naturale l’appoggio da parte dei genitori, perché protagonisti attivi della volontà di cambiamento scaturita dalle loro stesse riflessioni.

Toccare con mano la diversità che esiste tra convincere un genitore spiegando il problema e perusaderlo facendogli “sentire” il problema, cambia totalmente non solo la nostra modalità professionale di condurre un colloquio ma anche la risposta in termini di disponibilità dell’altro a fidarsi e ad affidarsi a noi per costruire una sinergia di intenti che produca effetti positivi sulle azioni di sostegno da intraprendere.

E poiché come diceva Epicuro: “non bisogna far violenza alla natura, ma persuaderla”, non potendo domare il mare delle relazioni scolastiche abbiamo fatto sì che le nostre dotazioni di bordo ci consentissero di affrontare al meglio mareggiate e tempeste per uscirne sempre indenni o con danni contenuti, pronti a riprendere la navigazione a vele spiegate.

Archiviato quindi anche questo impegno scolastico, ci aspetta ora un meritato riposo e giornate di festa da vivere in spensierata allegria; se avete voglia di condividere con me le vostre esperienze in merito sarò felice di far vela insieme, contattatemi e scambiamoci idee...

 

Buon vento a tutti e soprattutto... BUON NATALE!

 

Teresa

Ti può interessare anche...

Scrivi commento

Commenti: 4
  • #1

    Francesca (domenica, 20 dicembre 2015 10:34)

    La ringrazio per la sua testimonianza. In che modo è riuscita a far "sentire" il problema? Quali parole ha usato? Grazie

  • #2

    Teresa (domenica, 20 dicembre 2015 16:00)

    Ciao Francesca,
    nel rispondere alla tua domanda mi rifarò principalmente a ciò che il professor Giorgio Nardone scrive in merito all'applicazione del dialogo strategico nel testo: " dialogo strategico" - comunicare persuadendo: tecniche evolute per il cambiamento.
    Nel dialogo con i genitori sappiamo bene che spesso il tutto si trasforma in una partita giocata senza tempi supplementari dalla quale deve uscire un solo vincitore, naturalmente noi insegnanti!
    Con il dialogo strategico, la prospettiva del colloquio cambia totalmente in quanto il genitore diventa protagonista ma chi conduce siamo noi, facendo sì che entrambe le parti portino a casa la vittoria.
    Aprire il colloquio facendo parlare il genitore del proprio figlio ci aiuta già a capire meglio le dinamiche familiari e la posizione dell'altro sul problema che inevitabilmente uscirà senza che noi ne abbiamo fatto cenno. A quel punto la conduzione della conversazione attraverso domande strutturate, secondo il metodo del dialogo strategico, ci permetterà di intervenire direttamente sulla persona e attraverso un linguaggio evocativo e la retorica della persuasione faremo sì che il genitore costruisca "percezioni, azioni e cognizioni alternative" che lo conducano a scoprire nuove modalità di percezione e di soluzione del problema stesso.
    In uno dei colloqui avuti, per esempio, ci trovavamo di fronte ad una mamma molto protettiva che lamentava il fatto che la sua bambina non riuscisse a giocare con le compagne perchè queste l'allontanavano e la trattavano male.
    Se avessi risposto alla mamma che era la bambina ad avere difficoltà relazionali con le compagne in quanto si aspettava sempre dagli altri un comportamento dettato dalle sue esigenze e dal suo atteggiamento molto infantile, si sarebbe creata una frattura nel dialogo e probabilmente un atteggiamento di difesa da parte del genitore; metterci invece in posizione di ascolto riguardo al problema e di volta in volta porre domande mirate ad evidenziare il comportamento della bambina anche in ambito familiare ha fatto sì che emergesse dalle stesse parole della mamma l'esigenza di rendere la piccola più autonoma, capace di gestire i rapporti con gli altri e di saper entrare in un gruppo di gioco con i pari ponendosi nel giusto modo.
    Nel concludere poi l'incontro con una cornice dall'effetto evocativo, nella quale abbiamo fatto "sentire " alla mamma la sua bambina come un fiore che non ha ancora aperto la corolla al sole troppo protetta dalle foglie ( la famiglia), abbiamo ottenuto l'effetto sperato: la mamma si è resa conto che l'atteggiamento iperprotettivo della famiglia stava sortendo effetti negativi nel processo di socializzazione della piccola. La settimana scorsa nel secondo colloquio la mamma è apparsa serena e felice e ci ha ringraziato perchè ora sua figlia ha imparato a vestirsi da sè, non aspetta lei per lavarsi al mattino, è collaborativa e più efficiente. A scuola è più attenta,partecipa alle lezioni, non resta più indietro nel lavoro ed anche la qualità dello stesso è migliorata.
    Spero Francesca di averti dato un'idea degli effetti del dialogo strategico, anche se raccontato così potrebbe sembrare a molti una bella favola ma credimi è una tecnica scientificamente provata ed utilizzata che ha portato a grandi risultati. Ti invito a leggere il testo che ti ho indicato per un'argomentazione esaustiva sul tema del dialogo strategico, nonchè se ne hai la possibilità, di partecipare alla giornata di formazione Metadidattica proprio sul dialogo strategico, e se poi vorrai contattarmi ancora sarò felice di confrontarmi con te.
    Il mio indirizzo email è tlucignani@gmail.com
    A presto
    Teresa

  • #3

    Alberto De Panfilis (mercoledì, 23 dicembre 2015 17:18)

    Devo proprio dire che MetaDidattica si è arricchita di una risorsa di grande valore... Grazie Teresa!

  • #4

    Tiziana Niedda (domenica, 10 gennaio 2016 17:23)

    Veramente chiaro il messaggio e l'argomento sempre attuale e interessante nella nostra vita quotidiana di insegnanti. Bravissima Teresa!