Buon anno dalla maestra Terry

Eccoci qui, di nuovo in classe e, tra novità più o meno svelate e vecchie abitudini, al suono della campanella tutte le nostre attenzioni di insegnanti si rivolgono a loro, gioie e dolori nel nostro essere docenti: gli alunni.


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E non importa quanto grandi o piccoli siano, la nostra sfida maggiore è quella che ognuno di loro, per dirla con parole di Edgar Morin, alla fine del suo percorso abbia una “testa ben fatta”.


Una testa che faccia del “sapere” un bagaglio non stereotipato ma vivo, integrato, ragionato e posseduto.


Un sapere in grado di fornire strumenti e strategie che conducano alla soluzione dei problemi mettendo in campo abilità e competenze che sono proprie di una generazione che fa i conti con Facebook, Twitter, WathsApp e altri strumenti (a volte poco padroneggiati proprio da noi docenti, ma in grado di diffondere in un attimo oltre che utili informazioni anche pericolose affermazioni, notizie manipolatorie e verità non complete).


Credo che una delle sfide più forti che siamo chiamati a raccogliere oggi come insegnanti è proprio quella di rendere consapevoli i nostri ragazzi che l’umana capacità di poter considerare più indicazioni rilevanti insieme, e quindi di prendere le decisioni migliori, sia il valore più grande che possediamo e che ci rende diversi dalle altre specie viventi.


Per far questo siamo chiamati a costruire con loro quegli strumenti che gli permettano di non usare scorciatoie per seguire risposte preconfezionate e automatiche alle loro decisioni; dobbiamo aiutarli a costruire armi che gli consentano di uscire dalla logica della frettolosa accettazione di tutto ciò che passa attraverso i media e le alte forme di manipolazione sociale; dobbiamo renderli liberi nel pensiero educandoli a riconoscere l’informazione e a valutarla con gli occhi della conoscenza; insegnargli che la conoscenza stessa è qualcosa in continua evoluzione, che va conosciuta e rivisitata attraverso il pensiero e che il pensiero è ciò che di più prezioso abbiamo per noi stessi e per la società.


Sono consapevole che tutto ciò non è semplice, altrimenti non sarebbe una sfida, e che necessita dell’acquisizione di capacità di problem solving, della capacità di dialogare con l’altro accettandone il punto di vista pur non condividendone il pensiero, del saper riconoscere quei segnali palesi e non che mi aiutano comprendere il messaggio dell’altro, di essere in grado di stabilire relazioni di qualità nei diversi ambienti in cui agisco e mi muovo; sì, ne sono consapevole e so che questo mi obbliga ad accettare un ulteriore sfida che passa attraverso la mia formazione personale, responsabile e consapevole, affinché tutto poi si trasformi in atteggiamenti, modalità di azione ed esempio per essere da guida ai miei alunni.


Io sono una maestra di scuola elementare e seppure mi trovi a fare i quadretti con un chiodo su una lavagna sbiadita, a ripulire banchi vecchi che hanno ancora il buco in alto a destra, entro in classe ogni mattina convinta che io possa fare la differenza, tra un mondo di teste clonate e un mondo di teste pensanti e che, come me, milioni di docenti ogni mattina abbiano lo stesso pensiero; quegli stessi insegnanti che, come me, ritengono che la nostra crescita personale sia direttamente proporzionale alla crescita dei nostri alunni.


Auguro quindi a tutti noi di crescere e di formarci, senza riserve, senza pregiudizi ma con quel senso di responsabilità che da sempre rende la scuola italiana una scuola bistrattata ma una grande scuola, forse non a livello di capitale strumentale, ma sicuramente a livello di capitale umano.


Auguro di cuore Buon Anno a tutti!

Maestra Terry

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