Quando GESTIRE le emozioni non basta (e non serve!)

Come Insegnanti viviamo quotidianamente l'esigenza di rapportarci in modo diverso alle emozioni: quelle che viviamo sulla nostra pelle e che non sempre ci consentono di procedere con serenità lungo il nostro percorso didattico, e quelle che gli Altri (Studenti, Colleghi, Genitori, ecc.) provano e mettono in gioco con la propria multiforme esperienza.

 

Ma siamo sicuri che volerle gestire sia possibile? E soprattutto, siamo certi che farlo risulti sano, utile e funzionale?

 

Conoscere e saper raggiungere un buon equilibrio emotivo è una capacità imprescindibile per ogni Docente che si rispetti (nel senso, sia che gli altri possano rispettare e che rispetti se stesso): ecco perché lo sviluppo di questa abilità è uno degli argomenti fondamentali del percorso di aggiornamento professionale MetaDidattica.

 

Leggi qui sotto e scopri un nuovo modo di relazionarti alle emozioni (tue e di chi ti sta vicino)...

Quando si parla di "gestione delle emozioni" viene spesso spontaneo cercare strategie che ci consentano di placare quelle sensazioni poco piacevoli che alcune importanti emozioni (come la rabbia e la tristezza, per esempio) portano con sé.

 

L'approccio che invece ho sviluppato insieme ai miei Colleghi di FYM è completamente differente: parte dal presupposto che le emozioni ci siano state assegnate da madre natura con un preciso scopo, al pari delle altre sensazioni primarie che comunemente viviamo (caldo, freddo, sete, fame, ecc.).

 

Nessuno di noi si sognerebbe mai di augurarsi di non provare più la sete: sarebbe davvero un bel problema (per il nostro organismo ed il benessere che tanto cerchiamo)!

 

Che dire allora delle emozioni? Servono anch'esse al benessere e alla sopravvivenza? Certo! Le emozioni sono sensazioni psico-fisiche che svolgono una precisa funzione nella nostra vita: guai a volerla "spegnere"!

 

Ma qual è la loro "missione biologica"?

 

Le emozioni servono a recapitarci dei messaggi. Come dei fedeli messaggeri, le nostre emozioni non smetteranno mai di "farsi sentire" per far sì che ciò che hanno da dirci giunga forte e chiaro.

Un "postino" con un senso del dovere così spiccato come quello delle nostre emozioni non accetterebbe mai l'idea di rinunciare alla propria missione. Ogni volta che quindi cerchiamo di mettergli un bavaglio (proponendoci di gestirlo), questi farà di tutto per farsi ugualmente (se non maggiormente) sentire... e tutti noi sappiamo cosa voglia dire vivere una rabbia sempre più bruciante, oppure sentire la propria tristezza tramutarsi in dolore.

 

Che fare quindi?

 

È essenziale imparare a parlare la lingua delle nostre emozioni: saper riconoscere cosa stiamo provando e ricordare quale preciso messaggio ogni emozione voglia farci metabolizzare.

 

Le emozioni universali sono sette:

Ognuna ci porta un messaggio... nei prossimi articoli voglio farteli scoprire, uno ad uno, per iniziare a godere di un rapporto nuovo nei confronti dei nostri messaggeri fedeli, sempre pronti ad onorare l'impegno che hanno preso nei nostri confronti.

 

Stay tuned! ;)

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Commenti: 3
  • #1

    Teresa (domenica, 22 febbraio 2015 13:12)

    Le amozioni sono il bello e il grande della vita, senza sarebbe un mondo triste e grigio! La cosa è importante è saperle riconoscere in noi e leggerle negli altri per comprendere come farle nostre, come rispondere, come godere e saperci difendere anche quando ci appaiono tremendamente forti e negative!!
    Ti seguirò con interesse Alberto!

  • #2

    Giovanna (domenica, 22 febbraio 2015 16:52)

    Grazie Alberto....vorrei approfondire

  • #3

    Francesca (venerdì, 15 novembre 2019 20:00)

    Personalmente credo che le emozioni non vadano gestite tuttalpiù guidate.
    Tutti noi abbiamo infinite possibilità e infinite emozioni. Dico sempre che le emozioni vanno guidate per restare nel centro. Devono avere un loro equilibrio. Prendo per esempio la paura, si dice che chi vive nella paura non può godere molto della gioia se si affida a quell'emozione per scegliere nella vita ed è vero credo. Tuttavia la paura viene debellata non ci aiuterà a preservare noi stessi. Se mentre sono in una strada buia ho paura che mi accada qualcosa molto probabilmente la mia paura si sentirà tantissimo ma se uso la paura per la mia incolumità non sto sbagliando ad averla come alleata perché mi permetterà di porre attenzione. Non so, cosa ne pensate. Trasformare più che gestire, guidare più che eliminare. Un saluto a tutti e viva la gioia.. è la mia preferita ��