"Non fa per me!" - Come le convinzioni possono influenzare il rendimento degli Studenti

Immaginiamo di avere davanti a noi due Studenti, compagni di banco: Pippo e Ciccio. Il primo è convinto di essere un "ciuccio in matematica", di non riuscire a capirla, di non essere portato per i numeri. Ciccio invece pensa di sé l'opposto: non sarà poi tanto bravo in italiano, ma con i conti non lo batte nessuno!

Non sappiamo da dove provengano le convinzioni dei due (e non ci interessa!), ma ci rendiamo conto che il loro atteggiamento nei confronti della materia è diametralmente opposto.

Pensiamo ad esempio a quello che potrebbe accadere quando l'Insegnante assegna loro un compito particolarmente impegnativo da svolgere a casa (su un agomento nuovo trattato per la prima volta in classe quella stessa mattina): possiamo verosimilmente immaginare che entrambi incontreranno difficoltà operative, non riuscendo ad ottenere il risultato corretto al primo colpo.

 

Scontrandosi con un proprio limite (in questo caso dovuto a competenze ancora acerbe), cosa faranno i due Studenti?

 

Probabilmente Ciccio, che si considera uno "bravo in matematica", dopo il primo tentativo fallito proverà di nuovo. Nel caso in cui continuasse a non spuntarla, magari, potrebbe chiedere un aiuto alla mamma, al papà oppure alla maestra il giorno dopo in classe.

Pippo invece, che dà per scontato un suo ennesimo fallimento in quella materia, getterà la spugna al primo tentativo andato male, chiudendo il quaderno e lasciando perdere.

 

Il fatto che i due bambini giungeranno a risultati differenti è piuttosto evidente. Quello che invece non appare così scontato, ma che rappresenta invece il cuore del meccanismo ricorsivo delle convinzioni, è un altro aspetto: entrambi gli Studenti, mettendo via il proprio quaderno di matematica, penseranno la stessa identica cosa: "Ecco vedi, lo sapevo!".

Le convinzioni, potenzianti o depotenzianti che siano, hanno la caratteristica di autoalimentarsi: ci viene spontaneo cioè andare alla ricerca di conferme di ciò che crediamo vero.

Nel nostro esempio, Pippo si alzerà dalla sua scrivania con la convinzione rinforzata: "non sono bravo in matematica!". Ciccio, allo stesso identico modo, chiuderà il proprio quaderno ulteriormente convinto di essere riuscito a capire e a svolgere l'esercizio.

 

Se l'Insegnante avesse somministrato a Pippo delle esercitazioni ben al di sotto delle sue capacità (2+2=?), probabilmente il ragazzo sarebbe riuscito nel suo intento (o forse non avrebbe proprio aperto il quaderno, dando per scontato l'esito del suo "sforzo").

Ma non è forse il compito della Scuola, quello di portare i ragazzi a sfidarsi per conquistare nuove abilità e conoscenze?

Le convizioni intervengono soprattutto quando ci scontriamo con un nostro limite, molto spesso definito dalle capacità acquisite: quando queste non bastano da sole a supportarci nelle nostre azioni, ecco che intervengono le credenze: quelle potenzianti ci fanno "andare oltre", sviluppando nel tempo nuove abilità. Quelle limitanti, invece, ci fanno "mollare", tenendo tappato il nostro potenziale.

 

Soprattutto nel nostro ruolo di Docenti è fondamentale avere a disposizione degli strumenti efficaci per lavorare sulle convinzioni dei nostri Studenti.

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