La scala dell'apprendimento

Quali sono le implicazioni psicologiche della nostra "scalata" verso l'acquisizione di una nuova competenza?

 

Come possiamo assistere e supportare il percorso dei nostri ragazzi?

 

Quelli che vedi rappresentati in alto sono i quattro livelli di apprendimento che ciascuno di noi (quindi anche i nostri Studenti) viviamo quando ci apprestiamo ad imparare qualcosa di nuovo.

  1. Incompetenza inconsapevole - Questo primissimo stadio ci vede ancora ignari di quello che potremmo imparare; "non sappiamo di non sapere" ed il processo di apprendimento è fermo, non è ancora partito.
  2. Incompetenza consapevole - Grazie ad uno stimolo esterno (per esempio la lettura di un libro, il confronto con un amico, la frequenza di un corso di formazione, ecc.) o interno (disagio, insoddisfazione, curiosità, senso di inadeguatezza, ecc.) ci rendiamo conto di non avere una determinata abilità, arriviamo quindi al punto di "sapere di non sapere". Se l'apprendimento parte, è questo il momento in cui ci rendiamo conto di dover/poter/voler imparare.
  3. Competenza consapevole - Dopo esserci procurati le informazioni e le risorse necessarie per apprendere, cominciamo ad acquisire le prime abilità; per metterle in pratica ed ottenere qualche risultato abbiamo bisogno di essere consapevolmente concentrati su quell'attività. Lo "spazio" che rimane libero per compiere altro nel frattempo è minimo, se non nullo. Il focus è sul fare.
  4. Competenza inconsapevole - È il livello di apprendimento più alto: le nostre abilità sono pienamente integrate nel nostro modo di agire. A questo punto, mettere a frutto le nostre abilità inconsapevoli non ci richiede sforzo, ma risulta naturale. Senza accorgercene, siamo in grado di utilizzare strategie, modi di fare, sitli comunicativi o di ascolto che un tempo ci richiedevano molto "sforzo". Il focus è sull'essere.


Pensando al nostro ruolo di facilitatori dell'apprendimento, possiamo chiederci cosa fare per aiutare gli Studenti (senza sostituirci a loro) a salire da un gradino all'altro.

 

Probabilmente uno dei momenti più cruciali dell'intero processo di apprendimento (se vogliamo che questo sia spontaneo, autonomo e motivante per il ragazzo) è portare lo Studente a rendersi conto di non essere ancora in grado di fare qualcosa.

Non dobbiamo però dimenticare quello che diceva Pascal ("Di solito siamo meglio convinti dalle ragioni che troviamo da noi stessi, che da quelle che ci provengono dagli altri"): impariamo quindi a resistere alla tentazione di suggerire direttamente ai ragazzi l'importanza di acquisire questa o quell'altra abilità. Piuttosto usiamo le domande. Queste hanno il potere di spostare l'attenzione di chi le ascolta in modo molto efficace.

Avete mai sentito parlare di...?
Avete mai giocato con...?
(per i più piccolini)

Se doveste scegliere una persona che vi dia una mano con un progetto importante, scegliereste chi non sa fare...? (per i più grandicelli)

 

Delle sensazioni di confusione e frustrazione abbiamo già parlato in questo audio... ascoltalo e chiediti: come posso fare a ristrutturare l'idea di confusione e frustrazione anche nei miei studenti?

Un modo che a me viene in mente è di giocare a sentirci (l'insegnante per prima/o) confusi e frustrati. A seconda dell'età degli alunni, posso creare anche un tabellone con la classifica di chi è riuscito a sentircisi più spesso... una bella ristrutturazione, non trovi?

 

Il magico numero 7 che vedi citato in figura, fa riferimento allo studio dello psicologo George Miller che, nel 1956, misurò la nostra capacità di processare consapevolmente le informazioni. Dalla sua ricerca risultò che il nostro limite si attesta attorno alle sette cose da ricordare/gestire contemporaneamente.

Pensiamo ai nostri primi giorni alla guida di un'automobile. Trovandoci ancora al terzo livello dell'apprendimento: tutto quello che facevamo era consapevole. Se qualcuno ci avesse rivolto la parola durante una manovra impegnativa, assorbiti com'eravamo, probabilmente non saremmo riusciti a prestargli attenzione: avevamo le nostre sette "caselline" dell'attenzione già al completo.

Con il tempo, passando al quarto livello dell'apprendimento, molti processi si accorpano tra loro, impegnando un numero inferiore delle nostre caselline e lasciando spazio per altro. Se prima premere frizione, freno e acceleratore, muovere la leva del cambio, tenere le mani sul volante, guardare la strada, tenere sotto controllo la segnaletica, sincerarsi dell'eventuale presenza di pedoni, ecc. erano tutte operazioni separate, adesso molte di queste fanno tutte parte di un'unica operazione (per esempio "scalare marcia"). Adesso infatti riusciamo guidare e, nel frattempo, fare tanto altro (sempre nel rispetto del Codice della Strada!).

 

Questa osservazione porta con almeno due riflessioni: è importante stare attenti a non sovraccaricare i ragazzi con troppi input contemporaneamente (a meno che non sia nostra intenzione generare inizialmente confusione per poi tornare a far ordine); non abbiamo fretta di salire sul quarto gradino (o di vederci salire velocemente gli Studenti)... l'unico fattore che può permetterci di arrivare in cima alla scala dell'apprendimento è la pratica.

 

La freccia che ci fa tornare indietro, dal quarto al terzo livello, rappresenta i processi di consapevolizzazione: questi possono esserci molto utili dal momento in cui vogliamo renderci conto di cosa ci permette di raggiungere i risultati positivi che già siamo in grado di ottenere senza sforzo e in modo naturale.
Questa fase può darci molti spunti per gestire con altrettanta efficacia situazioni nelle quali sentiamo ancora di avere margini di miglioramento.

 

Per quanto riguarda le resistenze iniziali all'apprendimento e la domanda "Perché no?", clicca qui e guarda questo video...

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