Lode al merito (La scienza del cambiamento rapido applicato agli altri - Richard Wiseman, pg. 142-146)

Genitori ed insegnanti, questo estratto del libro di Richard Wiseman La scienza del cambiamento rapido applicato agli altri dovete proprio leggerlo! Quella che sembra una buona idea, potrebbe risultare inutile o persino dannosa per i nostri figli e studenti: ATTENZIONE!

 

Quasi tutti i manuali per genitori sottolineano l'importanza delle lodi e, secondo alcuni guru dell'autoaiuto, la cosa migliore che possiate fare per vostro figlio è favorire la sua autostima coprendolo costantemente di complimenti...

Dite ai vostri figli quanto siano intelligenti quando superano un esame. Congratulatevi con la loro vena artistica quando fanno un bel disegno. Esprimete soddisfazione per le loro capacità atletiche quando fanno un goal o vincono una gara di corsa. Secondo questo approccio, la negatività va bandita e occorre apprezzare anche i più piccoli successi.

L'idea ha un'enorme fascino intuitivo. Ripetete senza sosta ai più piccini che sono meravigliosi, e senza dubbio diventeranno adulti soddisfatti e sicuri di sé.

Fin qui, tutto bene...


Vi è tuttavia un minuscolo problema in questa visione piuttosto utopistica della psiche umana. Secondo le ricerche, dire a un bambino che è brillante e pieno di talento è una cosa terribile.

Alla fine degli anni '90, Claudia Mueller e Carol Dweck della Columbia University condussero una ricerca ad ampio raggio della psicologia degli elogi. Gli esperimenti coinvolsero oltre 400 bambini di età compresa fra i 10 e i 12 anni, provenienti da diversi ambienti etnici e socio-economici. In uno studio tipico, i partecipanti furono sottoposti ad un test di intelligenza in cui dovettero osservare alcuni file di forme e, basandosi solo sulla logica, indovinare quale avrebbe completato ciascuna serie. In seguito, le sperimentatrici ritirarono i quaderni e calcolarono i punteggi, ma diedero a ciascun soggetto un risocontro fasullo. Spiegarono che tutti se l'erano cavata magnificamente e avevano sciolto l'80% degli enigmi.

Oltre al riscontro, un gruppo di bambini si sentì dire che doveva essere davvero intelligente per aver risolto così tanti problemi, mentre un altro gruppo fu accolto con un silenzio gelido. Secondo i guru dell'autoaiuto che insistono sull'effetto positivo degli elogi, anche un solo complimento fugace può avere un impatto considerevole. I risultati diedero loro ragione, ma forse non nel modo che avevano previsto.

Nella successiva fase dell'esperimento, le ricercatrici annunciarono che i bambini potevano scegliere uno dei due compiti. Aggiunsero che uno era molto difficile e pertanto i soggetti avrebbero potuto fallire, ma avrebbero vissuto un'esperienza stimolante e avrebbero imparato qualcosa in ogni caso. L'altro compito, invece, era molto più semplice, perché offriva l'opportunità di ottenere un buon rislutato ma imparare poco. Circa il 65% dei bambini che aveva ricevuto il complimento optò per l'attività facile, rispetto al modesto 45% di quelli che non erano stati lodati. I primi erano molto più inclini ad evitare le situazioni complicate e a percorrere la via più facile. Questa non è proprio una buona notizia per l'approccio educativo del tipo "lode al merito". Il peggio, tuttavia doveva ancora venire.

Nella terza fase dell'esperimento le ricercatrice proposero ai partecipanti altri rompicapi. Questa volta, gli enigmi erano molto più ardui dei primi e, di conseguenza, quasi nessun bambino ottenne risultati strabilianti. In seguito, tutti i soggetti si sentirono chiedere se si fossero divertiti e se avrebbero continuato a lavorare sui problemi anche a casa. Si delinearono nette differenze tra i due gruppi. I partecipanti che avevano ricevuto il complimento trovarono la seconda serie di rompicapi assai meno divertente dei compagni e si dichiararono meno propensi a dedicarvi altro tempo.

Le notizie che emersero dalla quarta ed ultima parte dello studio furono ancora più funeste per i sostenitori degli elogi. Le sperimentatrici invitarono i bambini ad affrontare un ultimo test, proponendo enigmi facili quanto quelli iniziali. Anche se i due gruppi avevano ottenuto punteggi più o meno uguali al principio dell'esperimento, i risultati dell'ultima prova furono molto diversi. Lo schema era esattamente l'opposto di quello previsto da molti guru dell'autoaiuto. I soggetti che avevano ricevuto la lode totalizzarono punteggi di gran lunga inferiori a quelli degli altri.

Perché le lodi hanno effetti controintuitivi e controproducenti? Secondo Mueller e Dweck, vi sono molti fattori che entrano in gioco. Dire ad un bambino che è intelligente può rassicurarlo, ma può anche indurre la paura del fallimento, spingendolo ad evitare le situazioni difficili per non fare brutta figura in caso di insuccesso. Il complimento implica inoltre che il soggetto non ha bisogno di impegnarsi per raggiungere un buon risultato. Per questo motivo può essere meno motivato a fare lo sforzo necessario e più esposto alla delusioni. Purtroppo, se poi riceve un brutto voto, è anche più probabile che la motivazione svanisca totalmente e sia sostituita da un senso di impotenza. Dopotutto, i brutti voti dimostrano che il bambino non è intelligente come gli avevano detto e che non può farci nulla. Il patto psicologico dei risultati scarsi non va sottovalutato. Durante lo studio, Mueller e Dweck esortarono i partecipanti a riferire ai compagni come se l'erano cavata nei rompicapi difficili. Quasi il 40% dei bambini che erano stati lodati mentì, rispetto al 10% circa di quelli che non avevano ricevuto alcun elogio.

Questo significa forse che le lodi sono sempre negative? Finora ho riassunto solo i risultati riguardanti due dei tre gruppi coinvolti l'esperimento.

 

Ma... ti consiglio vivamente di continuare a leggere i risultati degli studi riportati da Wiseman nel suo libro La scienza del cambiamento rapido applicato agli altri, sono davvero illuminanti!

Corso accreditato MIUR sulla VALUTAZIONE STRATEGICA degli Studenti
Corso accreditato MIUR sulla VALUTAZIONE STRATEGICA degli Studenti

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Commenti: 5
  • #1

    Marta (lunedì, 19 agosto 2013 08:36)

    sono d'accordo che i bambini/ ragazzi, si adagino sui complimenti!!! Come fare quindi quando in classe ci si trova davanti ad alunni svogliati, che ottengono risultati mediocri, ma "pretendono" lodi e complimenti (più che loro, i loro genitori,- "per incentivare mio figlio, a fianco ad ogni voto dovrebbe mettere una faccina, maestra, gli psicologi dicono che aiuta"- questo mi è stato detto da una mamma casalinga in classe terza primaria!!!)?

  • #2

    miriam paternoster (venerdì, 20 settembre 2013 12:10)

    Dalla mia piccola esperienza in UK ho visto che le scuole inglesi hanno una grande attenzione per l'autostima dei bambini, la fanno crescere fin dall'asilo con premi, awards, stelline, applausi e un'infinità di "well done!" elargiti per ogni piccolo passetto realizzato dal bambino. Tutto questo è meraviglioso e in Italia dovremmo imparare un po' di più a gratificare i nostri alunni o figli per farli crescere un po' più sicuri di sé. L'altra faccia della medaglia che ho colto nelle classi dei bambini inglesi era una certa fiacchezza nell'accettare le sfide, il rifiuto per la fatica, il pressapochismo nello svolgere un compito, l'accontentarsi del minimo perchè era comunque "well done". Credo che gratificare sempre e comunque rasenti il pietismo ed eviti l'esperienza sana delle piccole sconfitte; è giusto invece INCORAGGIARE sempre!

  • #3

    Alberto De Panfilis (martedì, 24 settembre 2013 15:08)

    Grazie per la condivisione...

    mi farebbe piacere se Miriam riportasse questa esperienza anche sul gruppo degli Sperimentatori MetaDidattica (www.facebook.com/groups/sperimentatori.metadidattica).

  • #4

    Silvia Serra (giovedì, 19 marzo 2015 16:05)

    Interessanti riflessioni. Mi viene da aggiungere che è giusto conservare sempre un buon senso di "aderenza alla realtà" nell'uso delle lodi nel rispetto di ogni persona/alunno che abbiamo davanti. C'è chi ha davvero bisogno di essere sostenuto nell'autostima, ma questo non vuol dire offendere la sua intelligenza dandogli il messaggio che è un genio quando non è vero. Incoraggiare, invece ( concordo con Miriam) va sempre bene, soprattutto se non lo si fa genericamente ma con aderenza alla realtà, a obiettivi concreti e in qualche modo misurabili, e se tiene conto del livello di partenza. Del resto la consapevolezza dei propri limiti è il primo passo per crescere davvero!

  • #5

    Stefania Falconetti (domenica, 19 marzo 2017 10:44)

    Questo è davvero un campo di riflessione interessante. Mi capita abbastanza frequentemente di vedere bambini (insegno alla primaria) che faticano a raccogliere sfide cognitive per paura di deludere le aspettative dei genitori. Personalmente non faccio uso dei voti ad ogni compito svolto, anzi. Alcuni genitori però faticano ad accettare questa prassi. E richiedono voti, specialmente quelli alti, per gratificare i bambini, altrimenti perdono la motivazione (dicono loro...) E secondo me, il bandolo della matassa sta proprio qui: possibile che noi comunità educante riusciamo a motivarli solo con dei numeretti associati ad ogni loro prestazione?