SCREENIZZIAMOCI - Il ruolo del logopedista nella scuola

Ci sono parole che hanno il potere di cambiare le espressioni sui volti di chi le ascolta. Una di queste è "screening".

Quotidianamente ho la fortuna di confrontarmi con insegnanti e genitori sull’importanza dei progetti che, insieme ad una collega, porto avanti nelle scuole; per lo più sono progetti di identificazione precoce dei Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento (DSL e DSA)...

Sono tutti molto entusiasti nel  sapere che a Scuola si svolgono questi tipi di progetti ma, quando durante le riunioni con i genitori viene pronunciata la parola "screening", cala sui loro volti un misto di paura, dubbio e curiosità.

Questo perché siamo abituati ad associare questa parola ad un'altra che ci spaventa molto, "malattia"; in effetti la ritroviamo anche su Wikipedia e, come se non bastasse, per ben due volte: "Screening:  termine utilizzato in medicina per indicare una strategia (protocollo) di indagini diagnostiche utilizzate per identificare una malattia in una popolazione a rischio medio di una malattia...".

Dovremmo invece abituarci ad associarla con un'altra parola che sta sulle bocche di tanti e nei fatti di pochi: "prevenzione".

 

I logopedisti impegnati nel lavoro con i bambini di varie età giocano oggi un ruolo molto più attivo di quanto accadesse nel passato nella prevenzione, nella identificazione e nella riabilitazione delle disabilità di lettura (Fey, Catts e Larrive, 1995; Nelson et al., 2000).

Questa novità è supportata da numerose ricerche: queste hanno dimostrato non solo che bambini che riscontravano difficoltà di lettura avevano alle spalle un disturbo del linguaggio, ma anche che un deficit nella consapevolezza fonologica influenza in maniera significativa l’esposizione iniziale al processo di lettura. 

 

Dato che le difficoltà di linguaggio si possono osservare molto tempo prima che il bambino venga esposto alla letto/scrittura formale e che le abilità metafonologiche vengono acquisite spontaneamente dai bambini intorno a 4-5 anni, il logopedista può essere una risorsa incaricata all’identificazione precoce delle difficoltà di lettura e non solo.

Da qui nasce l’esigenza di "screenizzare" gli alunni dell’ultimo anno della scuola d’infanzia e, laddove risultino dei bambini a rischio, intervenire con dei laboratori di potenziamento; attraverso questi sarà possibile intervenire non solo sulle abilità di processazione fonologica, ma su tutti i prerequisiti dell’alfabettizazzione (attenzione, memoria, discriminazione visuospaziale, cooordinazione oculomotoria, ecc). 

 

In un periodo storico che vede continui tagli alla Scuola, la ricerca di risorse efficaci per garantire ad ogni studente un percorso scolastico sereno è, secondo me, d’obbligo.

Non basta però avere all’interno della propria scuola un Progetto di Prevenzione e Identificazione precoce, ma è la ricerca di una continua collaborazione tra insegnanti e tecnici, nonché la condivisione di un linguaggio comune a fare la vera differenza.

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Commenti: 3
  • #1

    daniela (lunedì, 11 febbraio 2013 16:31)

    sono una mamma di un bambino diciamo ormai ragazzo dislessico ancora in terapia a raggiunto grandi risultati in questi ultimi 2 anni infatti ora dopo l'ultima relazione fatta all'ospedale neo psichiatrico infantile dell'Aquila ci è stato detto k x loro può terminare la logopedia ma dovremmo aver bisogno di una pedagogista k lo aiuti nelle strategie di studio nn e facile trovare professioniste sincere amanti del proprio lavoro infatti per ora visto k il mio lorenzo dovrà affrontare l'esame di terza media continuerà ha seguirlo la suo logopedista. Abbiamo avuto un'esperienza negativa con la prima logopedista k a seguito lorenzo per 2 anni e mezzo senza avere riscontri in merito anzi peggiorando di giorno in giorno senza pensare al salario pagato "cifre enormi" ma nn ci inportava se poi avesse almeno concluso qualcosa,ma come si dice dopo aver chiuso un portone ci si è aperto un cancello ora siamo soddisfatti,ora possiamo affrontare anche la maturità, ce lo auguriamo vivamente, io so k mio figlio ci riuscirà xk x lui sarà una battaglia vinta e nn una sconfitta.Sono contenta intanto k nelle scuole si parli di DSA e che vengono approvati progetti di prevenzione riguardo ciò capisco k nn basti ma almeno è un'inizio, le maestre di mio figlio si sono battute tanto per questi progetti qualche anno fà senza nessun risultato xk purtroppo in italia cè sempre qualcuno che ti taglia le gambe,si da importanza e priorità a progetti sempre meno importanti o k per lo meno potrebbero essere integrati come materie scolastiche.Detto ciò mi auguro k ci sia sempre più gente,come mamme, docenti, alunni,logopedisti che continuano a combattere per un futuro migliore.Grazie per questo sfogo da mamma e figlio DSA.

  • #2

    Viviana (lunedì, 11 febbraio 2013 21:40)

    Buona sera Daniela, sono contenta che tu abbia riportato la tua esperienza.
    Diciamo che si può essere logopedisti in molti modi, molti di noi hanno deciso di stare dentro le scuole per coinvolgere tutte le figure che stanno intorno al bambino.
    Le nostre terapie devono essere condivise con le insegnanti altrimenti non hanno nessun valore.
    Ci sono progetti che nella scuola devono avere la priorità,e con la nuova normativa le cose vedra che cambieranno presto.
    Noi intanto abbiamo già iniziato..

  • #3

    Massimiliano (sabato, 09 giugno 2018 07:24)

    Salve. ma perché usare dei termini storpiati dall inglese che fanno paura e che sembrano parolacce. non sarebbe più cosa di buon senso usare un termine della bellissima lingua italiana che descriva meglio il concetto