Riflessioni a qualche ora dalla ripresa

Qualche minuto fa, mentre ero qui davanti al mio portatile in cerca di notizie interessanti e qualche feedback relativo al recentissimo ravvio delle lezioni in classe, sono incappato in qualcosa che ha attirato la mia attenzione, qualcosa che ha a che fare con la passione.

 

Parlo di un messaggio postato da una giovane studentessa su facebook (è qui sotto): personalmente ha stimolato in me qualche riflessione che desidero condividere con voi.

Al di là dell'uso improprio dell'accento grave al termine della parola "perché"... voglio pensare che sia una svista dovuta alla rapidità con la quale tutti (o quasi) scriviamo quando siamo davanti ad una tastiera.

Penso piuttosto al messaggio importante che c'è dietro quelle pochissime parole, lapidarie, condivise in rete da una ragazza a poche ore dalla ripresa delle lezioni scolastiche di quest'anno.

Chiedersi il perché un insegnante faccia lezione è "cosa strana e giusta": esatto, strana e giusta al contempo... strana perché la vedo un po' come interrogarsi sul perché un medico cura un paziente o un agricoltore vendemmia le sue viti. È ovvio che un docente faccia lezione! L'interrogativo della studentessa appare anche giusto però, visto che non sempre dall'azione didattica degli insegnanti risultano evidenti i loro perché, le motivazioni insomma.

 

Come la mettiamo insomma? Che dire a quella ragazza, quale messaggio mandarle, per creare anche una piccola, minima perturbazione alla consueta sfilza di "Mi piace" cliccati frettolosamente da qualche compagno che vuol dimostrare la sua approvazione a buon mercato?

 

Personalmente ho voluto aggiungere quel mio commento, giusto per dare una visione differente, aggiungere una possibilità ulteriore, un'alternativa.

Non mi sono dimenticato di "ricalcare" con sincerità i dubbi della ragazza: anch'io esito di fronte al pensiero che ogni insegnante sia davvero capace di ricominciare con ardore la sua professione, recuperare il suo posto di fronte a decine e decine di occhi e orecchie che, a volte, si fa fatica a credere possano essere ben aperte.

 

Vi saluto dicendo che spero, con tutto me stesso, di essere smentito in questa mia ultima ammissione da una pioggia di commenti appassionati. Buon anno.

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Commenti: 4
  • #1

    daniela (venerdì, 14 settembre 2012 13:49)

    più che "RICOMINCIARE" io dico "CONTINUARE" questa bellissima palestra di vita che è la scuola. Sembrerà strano o anacronistico ma non vedo l'ora di ritrovare i "miei" bimbi (3-6 anni) e accogliere chi timidamente entrerà per la prima volta in questo mondo di relazioni umane: BUON ANNO SCOLASTICO A TUTTI!!!

  • #2

    Rosa (venerdì, 14 settembre 2012 14:18)

    Mi soffermo sulla precisazione che è "giusto" chiedersi perchè un insegnante faccia scuola. Infatti non credo che la passione costituisca il perchè più diffuso specie negli ordini di scuola superiore, e chi è mosso da altri perchè (non necessariamente da criminalizzare) dovrebbe ONESTAMENTE riconoscerli (almeno a se stesso) e altrettanto ONESTAMENTE scegliere di conseguenza e con coerenza, per ONESTA'/ CORRETTEZZA verso i ragazzi e il loro futuro, per ONESTA'/CORRETTEZZA verso se stesso (non è certo gratificante lavorare senza passione) e anche verso la Scuola come Istituzione, così bisognosa di passione e così satura di burocrati noiosi e opportunisti.

  • #3

    Emilia (sabato, 15 settembre 2012 15:22)

    Io mi soffermerei sulla parola "lezione"... forse la delusione della ragazza è la mancanza di relazione che un prof.dimostra il primo giorno di scuola iniziando subito a parlare della materia e non ,per esempio, farsi una chiacchierata con i propri allievi(se li conosce già) o a farsi conoscere.Un mio ex alunno , frequenta la terza media,mi ha inviato una mail dicendomi che un docente nuovo ...è entrato in classe ...ha detto il suo nome e poi ha preso il libro di scienze ed ha spiegato.Io non condivido questo comportamento.Secondo il mio modesto parere tutto, anche la didattica , passa attraverso le relazioni che riusciamo a creare con i nostri studenti.

  • #4

    mario (lunedì, 24 settembre 2012 17:57)

    "Secondo il mio modesto parere tutto, anche la didattica , passa attraverso le relazioni che riusciamo a creare con i nostri studenti."
    BRAVA EMILIA!

    (il guaio è la qualità del rapporto empatico con gli studenti. I Docenti pensano sempre di avere cose interessanti da dire. E non sanno interpretare neanche i disagi clamorosi di quegli alunni che, mentre loro parlano, danneggiano i banchi e quant'altro possibile... li scambiano semplicisticamente per vandali, più o meno come il rapporto tra il dito e la luna di Confucio.
    E naturalmente guai a rimettere in discussione la lezione frontale!
    Penoso è poi, servisse come riprova, il tonfo regolare (99% dei casi ca) dei docenti che si candidano in politica e finiscono...
    quasi sempre in modo inatteso...)