Che vuol dire respons-abilità?

Proprio l'altro ieri, durante un incontro formativo che ho avuto con una cinquantina di docenti di vari gradi di istruzione, sono entrato in contatto con una riflessione che ritengo chiave. Sto parlando del concetto di respons-abilità.

 

Ho deciso di trattarlo in vari modi durante questi giorni e, guarda caso, anche durante un corso di formazione che sto frequentando in questo weekend a Roma, è emerso lo stesso cruciale aspetto...

 

Allora, che vuol dire respons-abilità? Non ti risponderò in questo post, ma lo farò domani mattina nella newsletter recapitata a tutti coloro che sono iscritti nella mailing list... è semplicissimo: basta inserire in alto a destra, qui nel sito, il tuo nome e cognome ed un tuo indirizzo di posta elettronica valido.

Ti voglio parlare invece di quello che mi capita di notare parlando con alcuni insegnanti; dalla mia esperienza finora posso dirti che mi accade con circa il 10/15% dei docenti presenti ai miei corsi (che di fatto non sono un campione rappresentativo dell'intera popolazione degli insegnanti, visto che stanno partecipando ad un corso di formazione e purtroppo non tutti ne percepiscono l'importanza o il senso).

Quando introduco il metodo MetaDidattica© e i suoi princìpi base, faccio riferimento al fatto che il primo passo da compiere, tutti insieme, è mettere in discussione il proprio modo di fare. Questo non vuol dire dover stravolgere il proprio modo di fare lezione o, peggio, di essere; al contrario vuol dire aprirsi all'idea di tentare nuove strategie per generare cambiamento in quelle situazioni che non ci danno i risultati sperati.

 

Facciamo un esempio concreto: immaginiamo un docente si rivolge a me chiedendomi qualche indicazione su come gestire un genitore che non ne vuol sapere di collaborare e che, anzi, pretende di conoscere meglio di chiunque altro il modo di educare suo/a figlio/a. Questo genitore è stato finora chiuso ad ogni tipo di collaborazione con l'insegnante e, con la sua supponenza durante i colloqui, riesce spesso a far uscire dai gangheri il docente.

 

Secondo te, dal momento in cui sto parlando con prof che mi ha chisto un supporto (e non con il genitore in questione), è più utile che mi focalizzi su quello che quel papà o quella mamma potrebbe smettere di fare (o fare in modo differente), oppure potrei dedicarmi insieme all'insegnante alla ricerca di strategie che possano fare breccia nel rapporto con quel genitore?

 

La risposta sembra abbastanza scontata... o forse no? Non è così immediato pensare di ricevere feedback su situazioni che chiaramente presentano un modo di fare (di qualcun altro) che non ci piace. Viene spontaneo sfogarsi, pensare a quanto quella persona dovrebbe fare o su cosa dovrebbe astenersi.

 

Eppure, non riusciremo a trovare tanto facilmente una soluzione efficace mantenendo questo atteggiamento... scopri perché leggendo la prossima newsletter! :)

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Commenti: 1
  • #1

    Maria Ausilia (lunedì, 07 maggio 2012 06:35)

    Ciao, sto attraversando dall'inizio dell'anno scolastico una situazione simile con i genitori dell'alunno diversabile che seguo, ma la situazione ha dietro degli "altarini" se così possiamo chiamarli perchè l'atteggiamento ostile di questi genitori, sin dal primo colloquio, è stato causato dal docente che seguiva l'alunno negli scorsi anni e che conosce molto bene anche loro. Tutto ciò ha provocato in me un gran risentimento nei confronti del collega che durante l'anno scolastico in corso me ne ha combinate direttamente e indirettamente attraverso i genitori ed alcuni miei colleghi suoi amici, di tutti colori al punto che per tutelarmi ho dovuto ricorrere ad un avvocato che la settimana scorsa ha inviato la 4a o 5a lettera al dirigente scolastico