Cosa vuol dire CONGRUENZA

 

Avete mai avuto la sensazione che quello che vi stessero dicendo non sembrava particolarmente credibile?

 

E se capitasse anche a noi, sul lavoro o magari in famiglia?

 

Uno dei fattori che incidono maggiormente nella comunicazione è il livello di "congruenza" che riusciamo ad infondere al messaggio che vogliamo trasmettere.

Per comunicazione congruente si intende una comunicazione che vede allineati fra loro il livello verbale, quello paraverbale ed il non verbale. (consulta il post relativo ai tre livelli di comunicazione)

 

Pensiamo a cosa può voler dire trovarsi all'ascolto di qualcuno che, attraverso la scelta delle proprie parole, vuole comunicarci un certo livello di coinvolgimento (per esempio), mentre l'intonazione, il suo modo di parlare, l'energia e la sua postura ci comunicano tutt'altro.

Durante la mia lunga esperienza di studente (che dura tutt'ora), mi è capitato diverse volte di trovarmi di fronte ad insegnanti impegnati a decantare quanto fosse importante curare lo studio per la propria materia, nonostante il loro modo di trasmettere questi concetti fosse ben lontano dal messaggio contenuto nelle loro parole.

 

Cosa accade quando la comunicazione non risulta congruente?

 

Quando vi è un disallineamento tra quello che si dice ed il modo in cui lo si dice, l'efficacia della comunicazione si riduce drasticamente, comincia ad essere necessaria la ripetizione estenuante degli stessi concetti ed il nostro livello di frustrazione cresce. Vi è mai capitato in classe?

 

Da dove cominciare allora?

 

Il primo e forse più importante aspetto da tenere in considerazione è il livello emozionale. Prima di cominciare a parlare con qualcuno, sia esso un amico per una semplice chiacchierata, sia nel caso di una classe alla quale vogliamo rivolgere una lezione, il primo passo da compiere è chiedersi "Quale stato emozionale voglio suscitare in chi mi ascolta?".

 

Ma pensare ad una cosa del genere, non finirebbe col distrarci o col farci perdere del tempo?

 

Molti, prima di sperimentare nel concreto quello che ho appena detto e che fra poco desciverò meglio, mi hanno rivolto una considerazione del genere. Tutti si sono dovuti ricredere di fronte all'evidenza. Comprendere l'importanza di sintonizzare i nostri interlocutori su quelle sensazioni funzionali ai nostri messaggi non solo è essenziale, ma ci permette anche di risparmiare molto tempo.

 

Cosa si intende per "sintonizzare gli interlocutori"?

 

Possiamo tranquillamente affermare che farci capire da una persona totalmente catatonica ed apatica, priva cioè di emozioni e reazioni, è un'impresa quasi impossibile, giusto? Allo stesso modo è difficile coinvolgere una persona che sì, sta vivendo delle emozioni, ma emozioni di chiusura.

Quello che ci interessa perciò è suscitare delle emozioni nel nostro ascoltatore, in modo che queste ci aiutino a rendere il nostro messaggio comprensibile ed efficace.

 

Quali sono i primi passi da compiere per suscitare, ad esempio, interesse?

 

Go-first. E' questa l'espressione con la quale si indica un concetto essenziale (qualcuno la definisce "tecnica"... a ma non piace considerarla così): per indurre uno stato di interesse in chi ci ascolta dobbiamo noi per primi accedere a tale stato. Se abbiamo instaurato con chi ci ascolta un rapporto di confidenza e sintonia, allora riusciremo a guidarlo attraverso le proprie sensazioni fino a coinvolgerlo nelle nostre. E' un processo naturale che accade comunemente, soltanto che la maggior parte delle volte questo accade in modo del tutto inconsapevole: può accadere di subire gli effetti del "rapport", piuttosto che sfruttarli. (Per "rapport" si intende proprio quel clima di confidenza e fiducia che si instaura tra due o più persone - vedi il posto che parla di questo argomento).

 

Se volessimo fare un esempio di come gli effetti di guida del rapport ci influenzano senza esserne consapevoli, quale sarebbe?

 

Vi è mai capitato di parlare con qualcuno di vostra conoscenza che stesse vivendo momenti di agitazione e tensione? Avete notato come questo abbia potuto avere effetti sul vostro stato d'animo? E' possibile anche che il vostro stato d'animo influenzasse quello dell'altra persona...

In sostanza, quando due o più persone sono in confidenza, in contatto emotivo, finiscono con l'influenzarsi reciprocamente, pur non essendone consapevoli.

 

Questo fenomeno, come può aiutare un insegnante nella sua professione?

 

Senz'altro in due modi cruciali: il primo l'abbiamo accennato in precedenza, cioè potendo contare su un valido alleato nel condurre la propria classe verso un clima funzionale all'apprendimento.

Il secondo aspetto cruciale è accertarsi di non guidare gli studenti verso condizioni emozionali poco utili in termini didattici: se per esempio un insegnante sta vivendo, per motivi personali, un momento di disequilibrio emozionale (inquitudine, stress, agitazione, demotivazione...) e non si dimostra in grado di gestirlo, rischia di condurre la propria classe in quella direzione. Da quel momento in poi la classe stessa rishcierà di divenire un ulteriore fattore capace di alimentare proprio quelle sensazioni.

 

Come è possibile evitare che questo accada?

 

Ci sono dei docenti (del resto questo discorso vale anche per altre professioni o in contesti di vita personale) che riescono a "lasciare fuori dalla porta dell'aula" le proprie preoccupazioni, impedendo a quest'ultime di interferire con la propria attività di insegnamento.

Questo è senz'altro un sintomo di buon equilibrio emozionale e, del resto, un atteggiamento intuibile con il semplice buonsenso.

 

Vi consiglio di leggere il post dedicato alla gestione dello stato emozionale: contiene diverse "dritte" di semplice applicazione ed immediato utilizzo per gestirsi in autonomia.

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